Patuelli (Abi): banche italiane penalizzate. Baretta: reazione sproporzionata

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Le banche contro la decisione del governo Renzi di aumentare al 26% l’aliquota d’imposta sulla rivalutazione delle quote di Banca d’Italia per coprire le misure varate nel decreto Irpef, che ieri ha ottenuto il via libera del consiglio dei ministri.

La nota delle banche il giorno dopo il sì del Governo al decreto
In una nota il presidente dell’Abi Antonio Patuelli chiede all’esecutivo «un forte ripensamento». Le misure fiscali varate per le banche italiane nel provvedimento, sottolinea, si sommano a quella varate dal precedente governo. Interventi che, secondo Patuelli, rischiano di penalizzare gli istituti di credito nell’anno in cui vengono sottoposte all’esame della Bce. Nella nota dell’Abi non viene fatto riferimento al rischio che queste soluzioni possano determinare una stretta nella concessione del credito ad aziende e famiglie. L’ipotesi, che è stata delineata dall’associazione bancaria nei giorni scorsi, ha fatto scattare la replica del governo. «Non accettiamo ricatti», ha affermato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio.

Berlusconi: la sinistra non cambia, la ricetta è sempre tasse
Sul decreto Irpef è intervenuto anche il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi. In un intervento al Tg5, l’ex Cavaliere ha ricordato che il provvedimento dimostra che «la sinistra non cambia, la ricetta è sempre tasse».

L’Ue: prendiamo nota delle misure, le esamineremo
Intanto da Bruxelles fanno sapere che la Commissione Ue «prende nota delle decisioni di ieri del governo italiano» e ricorda che «le valuterà in dettaglio nel contesto del semestre europeo». Le misure adottate ieri, sottolinea Bruxelles, «formalizzano molte politiche recentemente annunciate su cui la Commissione ha già dato una reazione preliminare». Un primo giudizio nel merito arriverà quindi con le previsioni economiche di primavera il prossimo 5 maggio e poi con l’aggiornamento delle raccomandazioni paese per paese il 2 giugno.

Patuelli: nuova misura che aumenta pressione fiscale sulle banche
Il giorno dopo il via libera da parte del consiglio dei ministri al decreto che dà il via al bonus da 80 euro nelle busta paga di maggio di dieci milioni di lavoratori dipendenti, è anche quello delle reazioni. A cominciare dalle banche. Il numero uno dell’Abi fa presente che «il forte aumento della pressione fiscale deliberato ieri dal Consiglio dei Ministri si assomma a quello deciso il 25 novembre scorso dal precedente Governo: i due provvedimenti hanno determinato l’aumento dell’anticipazione Ires 2013 al 130% per banche e assicurazioni, l’enorme addizionale dell’8,5% sull’Ires 2013 sempre di banche e assicurazioni, la rivalutazione delle quote di Bankitalia (ultimi in Europa!) con l’imposta del 12% disposta dalla legge di stabilità per tutte le rivalutazioni. Tale imposta – continua Patuelli – è stata ieri aumentata al 26% per questa sola già avvenuta rivalutazione, anche con effetti retroattivi giuridicamente più che discutibili».

Banche italiane penalizzate rispetto alle concorrenti
«Il quadro complessivo che ne emerge -continua il presidente dell’Abi – è che l’Italia, pienamente inserita nell’Unione europea ed anche nell’Unione bancaria, penalizza fiscalmente le banche operanti in Italia rispetto a quanto avviene alle concorrenti degli altri paesi Ue, addirittura nell’anno degli esami a tutte le banche europee che cosi verranno svolti con ancor più disparità fiscali che penalizzano l’Italia che vede molte banche compiere contemporaneamente ogni sforzo per superare la crisi, anche rafforzando i propri capitali».

Settore impegnato in riorganizzazioni e ristrutturazioni
Inoltre «le banche italiane – conclude Patuelli – sono fortemente impegnate in riorganizzazioni, ristrutturazioni e processi di efficientamento. Chiediamo, quindi un forte ripensamento sul complesso di queste decisioni della sola Repubblica Italiana».

Il sottosegretario Baretta: reazione sproporzionata
Il governo replica: «mi sembra una reazione sproporzionata – afferma il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, dopo le dure proteste dell’Abi sulle misure del Dl Irpef, in un’intervista a Radio Popolare : capisco che esiste un problema di tassazione aggiuntiva, però in una situazione dove l’obiettivo è la ripresa del Paese, dell’economia e soprattutto dei consumi, ognuno deve fare la sua parte, comprese le banche».

Cgia di Mestre: con aumento prelievo fiscale credito a rischio
Secondo la Cgia di Mestre, dopo le misure annunciate dal governo il settore bancario, finanziario ed assicurativo si troverà a pagare 5,9 miliardi di tasse in più nel 2014. E la conseguenza potrebbe essere una stretta al credito. «In attesa che anche le partite Iva possano beneficiare di una serie di misure che diano luogo ad una riduzione del carico fiscale – dice Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia – ci preme sottolineare che per l’anno in corso le banche e le assicurazioni subiranno un aumento della tassazione per un importo che sfiora i 6 miliardi di euro». «Con questo aggravio, che farà crescere del 0,2% la pressione fiscale – aggiunge – quanti istituti continueranno ad erogare il credito alle famiglie e alle piccole imprese?».

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