A margine della riunione dell’Eurogruppo di lunedì, riferiscono due fonti Ue, si è svolto un incontro a porte chiuse con il presidente Bce, in cui Mario Draghi avrebbe avvertito Giovanni Tria che il debito pubblico elevato e la bassa crescita richiedono da parte di Roma un grado di disciplina che va oltre la normativa comunitaria. Lo stesso Tria, dicono le fonti, si sarebbe mostrato meno intransigente che in pubblico.
Banca Mediolanum (EUR 5,29): ha chiuso i nove mesi con risultati in crescita e distribuisce un acconto sul dividendo di EUR 0,20 per azione e vede un margine operativo per l’intero 2018 in decisa crescita rispetto al 2017;
Banco Bpm (EUR 1,79): ha chiuso i primi nove mesi con un utile netto di EUR 524,5 mln da un risultato di EUR 52,7 mln dello stesso periodo
dell’anno scorso calcolato senza badwill;
Generali (EUR 14,52): ha registrato premi lordi per EUR 49,7 mld, divisi tra i 34,3 mld del ramo vita e i 15,4 mld del ramo danni. Il risultato operativo ha raggiunto EUR 3,6 mld, mentre l’utile netto è salito a 1,9 mld. Sul fronte solvibilità, il Regulatory Solvency ratio si è assestato al 200%, nonostante la volatilità dei mercati;
Poste Italiane (EUR 6,95): ha chiuso il terzo trimestre con un utile netto di EUR 1,06 mld, in rialzo del 45,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. I ricavi consolidati si sono assestati a EUR 7,95 mld; nel solo terzo trimestre il giro d’affari è stato pari a EUR 2,52 mld.
La piazza azionaria di Wall Street mette il turbo dopo l’esito delle elezioni di midterm:al suono della campanella di chiusura infatti, il
Nasdaq 100 ha registrato un balzo del 3,07%, con a ruota il Dow Jones a +2,13% e l’S&P 500 a +2,12%. Tutti i titoli FAANG hanno chiuso la seduta in luce verde, a partire da Facebook a +1,06% e passando per Amazon a +6,86%, Apple a +3,03%, Netflix a +5,36% ed Alphabet +3,56%. Le azioni della catena di prodotti e servizi per l’ufficio Home Depot ha piazzato un rally del 24% dopo che la società ha riportato una trimestrale superiore alle attese e ha altresì rivisto al rialzo la guidance sui ricavi.
L’azionario dell’area Asia/Pacifico torna sul livello più alto da circa un mese dopo che alle elezioni di metà mandato negli Stati Uniti i democratici hanno ottenuto il controllo del Congresso, mentre i repubblicani hanno rafforzato la presa del Senato, in linea alle aspettative. Tokyo ha chiuso la seduta in rialzo dell’1,82% sul massimo da due settimane e mezzo, con Toshiba che è balzata del 13% dopo aver annunciato la cessione di un impianto nucleare in Gran Bretagna e di un impianto Gnl in Usa. Hong Kong sale dello 0,1% grazie soprattutto ai positivi dari sulle esportazioni cinesi del mese di ottobre, mentre Shanghai cede lo 0,22%.
Cina: la bilancia commerciale è risultata positiva in ottobre per USD 34 mld, a fronte di aspettative di un attivo pari a 35 mld. In settembre l’avanzo era risultato pari a USD 31,69 mld. Al risultato ha concorso un incremento annuo di 15,6% della voce esportazioni (+14,5% in settembre) e di 21,4% del canale import (14,3% il mese precedente).
Cambi: Eur/Usd a 1,1419. Il dollaro si muove in un range ristretto dopo l’assestamento dei mercati a conclusione del voto Usa di metà mandato e in attesa del pronunciamento del Fomc di questa sera.
Commodities: greggio a USD 61,83 al barile. Prezzi abbastanza stabili sulle piazze asiatiche, fra le pressioni derivanti dal fatto che gli Usa siano divenuti il primo produttore mondiale dopo estrazioni record e un sostegno da parte dell’import cinese, con Pechino sulla buona strada per registrare un altro anno record di importazioni.
Obbligazionario: futures bund dicembre in calo di 21 tick in apertura a 159,29 mentre lo spread Btp/Bund 10y è a quota 291 pb, con il
rendimento del nostro decennale al 3,35%.
Macroeconomia: in Giappone gli ordinativi di macchinari hanno registrato in settembre il peggior calo della serie scivolando del 18,3% su base mensile, ben al di sopra delle stime per un calo del 10% dopo il rialzo del 6,8% registrato in agosto. Il calo del 12,5% degli ordinativi dall’estero è il maggiore in oltre due anni, e potrebbe segnalare una debolezza significativa nella domanda di esportazioni. Da Bruxelles arrivano le previsioni d’autunno a cura dell’esecutivo comunitario: tenendo conto della bocciatura della Commissione, le proiezioni chiave sono quelle relative al disavanzo di bilancio del 2019, all’indice generale e quello strutturale, nonché quelle su debito pubblico e crescita.