Pmi, credito anche dai grandi investitori

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GiustiziaIl testo del decreto legge “Investment compact” dovrebbe essere esaminato oggi dal consiglio dei ministri , dopo gli ultimi approfondimenti. Tra le novità, la possibilità che gli investitori istituzionali esteri di paesi “white list” partecipino ad operazioni di finanziamento bancario per le imprese in forma indiretta, beneficiando dell’esenzione della ritenuta.

Dopo una lunga giornata di riunioni tra Palazzo Chigi e i ministeri dell’Economia e dello Sviluppo economico, il decreto legge “Investment compact” dovrebbe approdare oggi al Consiglio dei ministri almeno per un primo esame. Diversi gli aspetti che hanno richiesto approfondimenti in queste ore, e non solo per valutazioni sulle coperture.
Tra le ultime novità potrebbe esserci il rifinanziamento, ma solo dal 2016, del Fondo centrale di garanzia con 600 milioni per consentire di coprire anche le tranche mezzanine dei cosiddetti titoli Abs e i finanziamenti diretti delle assicurazioni. In particolare, nel caso di titoli derivanti da cartolarizzazione di crediti bancari nei confronti delle Pmi, la garanzia varrà solo in caso di crediti «in bonis» (verso clienti ritenuti solvibili). La nuova iniezione di risorse, che verrebbe coperta con residui di fondi europei, è ritenuta indispensabile per far fronte ai nuovi compiti che verrebbero assegnati al Fondo.
Il capitolo credito contiene anche un’importante novità per apportare liquidità di investitori esteri a cantieri e opere, allineando l’Italia alle normative di Germania e Francia. Si tratta del “lending indiretto”: gli investitori istituzionali esteri che operano in Paesi “white list” potranno partecipare indirettamente, in qualità di soggetti finanziatori, ad operazioni di finanziamento bancario godendo dell’esenzione della ritenuta. Via libera anche a finanziamenti diretti alle aziende (con esclusione delle microimprese) da parte di fondi credito italiani ed europei.
Il decreto, che contiene un’ampia sezione dedicata all’innovazione e alla crescita dimensionale nell’industria (si veda l’articolo accanto), fa registrare qualche battuta d’arresto nel capitolo relativo all’attrazione degli investimenti.
Nell’ultima bozza, infatti, non figura la creazione dell’Agenzia unica per gli investimenti, che sarebbe frutto dell’accorpamento all’Ice della corrispondente business unit di Invitalia e dell’Enit con l’integrazione delle competenze su commercio estero, investimenti esteri e turismo. Ci sono da limare dettagli operativi e giuridici (anche sulla creazione di un unico cda) e occorrerebbe ancora tempo per capire la reale disponibilità di Luca Cordero di Montezemolo a seguire tutta questa complessa materia per conto del governo, o a capo della super-Agenzia o come consulente del premier (si veda Il Sole-24 Ore del 28 dicembre).
Nel testo finale dovrebbe invece restare l’altra misura di rilievo per gli investimenti esteri, ovvero la clausola di garanzia per i grandi progetti (oltre 500 milioni) che beneficerebbero di un abbattimento del rischio regolatorio, sia a livello di tasse sia di procedure, attraverso un accordo diretto tra l’investitore e la pubblica amministrazione. In bilico la norma sulla Spa pubblico-privata per il rilancio delle aziende industriali in temporanea difficoltà: la misura potrebbe essere rinviata per agganciarla in modo più coerente alla costituzione della nuova Ilva. Nell’ultima bozza trovano poi conferme le misure emerse nei giorni scorsi sulle procedure semplificate per le sponsorizzazioni private nei beni culturali e sul «social bond» per progetti con finalità etiche.
Valutazione fino alla tarda serata di ieri anche sul veicolo che dovrà ospitare la riforma delle Popolari e altri interventi sulle banche, come l’obbligo di trasferibilità del conto corrente in 15 giorni (senza spese di portabilità per il cliente e con eventuale risarcimento proporzionale al ritardo). Alla fine passa la soluzione del travaso nel decreto delle norme già presenti nella bozza del disegno di legge sulla concorrenza fermo al ministero dello Sviluppo. Ieri sera sarebbe stata scartata l’opzione-B di portare avanti la riforma attraverso il Ddl liberalizzazioni, che a questo punto dovrebbe slittare di qualche settimana o forse addirittura di qualche mese con un mix eterogeneo di misure che vanno dall’editoria (deregulation della vendita dei giornali e sconti liberi sui libri) al più complesso discorso sulla riforma dell’Rc auto che prevede tra l’altro sconti collegati all’installazione della scatola nera.

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