Prestiti: la fame di finanziamenti degli italiani

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Il prestito. Molti lo vogliono, ma pochi sanno cos’è esattamente e come funziona. Che lo desiderino in molti lo dimostra il Barometro Crif di settembre: nel mese, l’andamento della domanda da parte delle famiglie italiane – includendo sia i prestiti personali sia i prestiti finalizzati – ha fatto registrare per il secondo mese di seguito una variazione positiva, con un +6% rispetto allo stesso periodo del 2011. Il dato cumulativo sul terzo trimestre dell’anno si è attestato al +1%. Non accadeva, dice Crif, dal 2008. Cosa vuol dire? Che gli italiani non rinunciano a consumare. E per alcune spese – ristrutturazione della casa, acquisto di un’auto, un matrimonio, un intervento estetico – la richiesta di un prestito sembra ancora la strada più ragionevole.

Ma cos’è un prestito, e come si maneggia? Quando si parla in generale di prestiti ci si riferisce di solito al prestito personale. È il finanziamento di una somma da parte di una banca o di un istituto specializzato, a un tasso di interesse di solito fisso, che il debitore deve restituire secondo un piano rateale costante. Le rate includono la cifra versata dalla banca o dalla società specializzata e gli interessi su quella cifra. Un po’ come i mutui. Ma a differenza dei mutui, qui non c’è un bene immobile che possa coprire l’eventuale insolvenza. E dato il rischio a cui va incontro l’istituto creditore, spesso l’aspirante debitore deve presentare garanzie personali, come la firma di un fideiussore. Attenzione: in genere si può domandare un prestito per cifre che vanno da 1.500 euro a 30mila euro. La durata della restituzione varia da un anno a cinque.

A fronte dell’attivismo degli italiani, gli istituti frenano ancora. Altra leggera flessione a settembre, infatti, per i prestiti bancari: -1,3% su base annua e -0,4% sul mese precedente. Questo è quanto si leggeva qualche giorno fa sul bollettino dell’Abi, l’Associazione bancaria italiana. Sulla base delle prime stime, il totale dei prestiti a residenti in Italia – settore privato e amministrazioni pubbliche – si colloca a 1.930 miliardi di euro. Crescono, vicino quota 116 miliardi, le sofferenza lorde di agosto: 1,6 miliardi in più su luglio e 15,7 sullo stesso mese dell’anno precedente. Per farla breve, è sofferenza bancaria quando un istituto presta soldi e chi li ha presi in prestito non glieli rende. Il bollettino dell’Abi parla di famiglie, ma anche di pubblica amministrazione e imprese. Quindi, qualcuno che provoca sofferenza c’è. Ma non è sempre la famiglia italiana. Anzi

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