Se consideriamo solo i contenuti digitali come i video, la musica e gli e-book, gli italiani spendono circa 3,7 miliardi di euro all’anno. Cioè circa 6 euro al mese a testa. Però poi c’è tutto il resto dell’ecosistema che sfrutta i canoni, come i cloud, i software e i servizi premium. Insomma, oggi per l’intrattenimento si spende molto, che sia per fare una partita a una slot online o per un’app di fitness per rimanere in forma.
Perché si spende così tanto per l’intrattenimento
Secondo il Politecnico di Milano, la spesa dei consumatori italiani per i contenuti digitali è cresciuta di circa 200 milioni rispetto al 2023. Insomma, ci sono tanti abbonamenti online che paghiamo, dalla musica alle news, fino al gaming. Nel 2025 ci si aspetta che questo trend si consolidi, complice anche l’aumento dei prezzi e il fatto che molti utenti mantengono più piattaforme contemporaneamente. Per quanto riguarda i video in streaming, l’AGCOM mostra che le piattaforme come Netflix, Prime Video, Disney+, DAZN e NOW sono le più diffuse, con un tempo speso complessivo rilevante. Questo spiega perché gli abbonamenti video sono spesso la voce più consistente tra le spese digitali mensili.
Spesa media pro capite e stime per famiglia
Ok, abbiamo detto 3,7 miliardi, ma cosa significa questo dato se lo rapportiamo a una normale famiglia italiana?
- Stima pro capite: circa 6 €/mese. Si divide la spesa nazionale per la popolazione. È un valore medio statistico, ovviamente c’è chi spende zero e chi più di 50 €/mese solo di contenuti.
- Stima per famiglia: circa 12 €/mese. Stessa logica, ma ripartita sulle famiglie. La dimensione media familiare si è ridotta negli ultimi anni (circa 2,2 componenti), il che spinge molti nuclei ad avere dei pacchetti multipli più che a condividere un unico abbonamento.
Se poi consideriamo anche le altre tipologie di abbonamenti, come il cloud personale, le suite d’ufficio, il fitness, il password manager e le app premium, la spesa reale a fine mese cambia eccome. Se dobbiamo fare una stima, possiamo dire che più o meno una persona spende dai 20 €/mese ai 60 €/mese.
Quindi, se consideriamo solo i contenuti, la media italiana è abbastanza bassa, ma basta che uno abbia attivi tre o quattro servizi e già il prezzo sale. Considerando poi che i prezzi sono leggermente aumentati tra il 2024 e il 2025, è chiaro che sul budget mensile le spese online si fanno sentire.
Perché sono cambiati i prezzi nel 2025
Si è parlato tanto di Netflix che ha aumentato il costo, è vero, ma non è stato l’unico. Vediamo quali sono stati i rincari che hanno pesato di più sulle famiglie:
- Netflix: nel 2025 in Italia sono disponibili tre piani. Standard con pubblicità (6,99 €), Standard (13,99 €) e Premium (19,99 €). È uno scaglione di prezzi che incentiva il mix & match in famiglia.
- Prime Video: sono arrivati gli annunci pubblicitari inseriti nei contenuti per i clienti Prime, con un’opzione mensile per rimuoverli. Chi sceglie la versione senza pubblicità deve aggiungere un piccolo extra al suo totale mensile.
- Spotify: c’è stato un aumento del piano Individual a 11,99 €/mese da settembre 2025 (era 10,99 €). Certo, un euro al mese sembra poco, ma su base annua incide e, sommato ad altri aumenti, può anche farsi sentire nel lungo termine.
Questi rincari, sommati alle offerte che vanno e vengono, spiegano perché quest’anno molti italiani hanno percepito di aver speso di più anche se, in realtà, non hanno attivato nuovi servizi. Resta il fatto che, se fino a qualche decennio fa internet non era nemmeno presente sui cellulari, oggi non possiamo più farne a meno.