Regole più severe su pignoramento conti correnti
Molte norme e regole relative alla procedura di pignoramento di casa, soldi e altri beni, sia immobili che mobili, sono già cambiate tra lo scorso anno e i primi mesi di quest’anno ma ulteriori modifiche sono ancora al via, con l’obiettivo, nella maggior parte dei casi, di rendere più veloci di tempi di pignoramento per rendere contestualmente più rapide le riscossioni per evitare lo stesso pignoramento. 
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Molte norme e regole relative alla procedura di pignoramento di casa, soldi e altri beni, sia immobili che mobili, sono già cambiate tra lo scorso anno e i primi mesi di quest’anno ma ulteriori modifiche sono ancora al via, con l’obiettivo, nella maggior parte dei casi, di rendere più veloci di tempi di pignoramento per rendere contestualmente più rapide le riscossioni per evitare lo stesso pignoramento. 

  • Nuove regole più severe su pignoramenti conti correnti e nuova stretta 
  • Quali limiti saltano su pignoramenti stipendi e polizze vita 

Nuove regole più severe su pignoramenti conti correnti e nuova stretta 

Cambiano e diventano più rapidi tempi e procedure per il pignoramento, soprattutto alla luce di quanto deciso di nuovo nella legge delega fiscale che ha reso decisamente più facili le procedure per il recupero di debiti eventuali ma solo da parte dell’Agenzia delle Entrate con il pignoramento del conto corrente automatizzato.

Il pignoramento bancario automatizzato è così stato definito perchè può scattare anche in assenza di apposita autorizzazione del giudice e ciò significa che qualsiasi cittadino che abbia debiti potrà vedersi bloccato il conto corrente bancario.

Non sarà, dunque, più necessaria alcuna procedura in tribunale perché si arrivi al pignoramento di un conto corrente e, precisiamo, che si tratta solo di una operazione che può essere avviata solo ed esclusivamente dall’Agenzia delle Entrate e mai da creditori privati. 

Sono esclusi dal pignoramento forzato cosiddetto automatizzato specifici trattamenti, come pensioni di vario genere, assicurazioni sulla vita e assegni di accompagnamento per disabilità. In questi casi, per un effettivo avvio di pignoramento, anche l’Agenzia delle Entrate deve rivolgersi al giudice di competenza, perché autorizzi la procedura di pignoramento.

Se il saldo del conto corrente da pignorare risultasse nullo o negativo, stando a quanto recentemente stabilito, si agisce sulle entrate successive. 

Quali limiti saltano su pignoramenti stipendi e polizze vita 

Al pari del debutto del pignoramento automatizzato su conti correnti bancari da parte dell’Agenzia delle Entrate senza necessità di atto del giudice, saltano i limiti fissati per il pignoramento su stipendi e polizze vita.

Le leggi in vigore prevedono, in particolare, specifici limiti al pignoramento di stipendi e conto correnti, che vengono aggiornati ogni anno perché variano e dipendono dall’importo dell’assegno sociale, soggetto a rivalutazione annuale.

Per il 2023, l’importo dell’assegno sociale è aumentato a 503,27 euro al mese per 13 mensilità. Il pignoramento dello stipendio dipende dall’importo dell’assegno sociale nella misura in cui, per legge, non si può pignorare il minimo vitale, pari al doppio dell’assegno sociale e non può mai essere inferiore a mille euro. 

Se, quindi, l’importo dell’assegno sociale è di 503,27 euro, il minimo vitale 2023 è di 1.006,54 euro. Il pignoramento dello stipendio può avvenire in misure differenti oltre tale importo, che diventa dunque impignorabile. 

E’ possibile pignorare lo stipendio secondo i limiti previsti dalla legge sia presso il datore di lavoro e sia sul conto corrente dove viene accreditato. In particolare, si può pignorare lo stipendio presso il datore di lavoro nel 2023 solo nel limite di un quinto, mentre se il creditore è Agenzia Entrate Riscossione, i limiti per il pignoramento dello stipendio sono di:

  • un quinto per stipendi sopra 5.000 euro;
  • un settimo per stipendi fino a 5.000 euro;
  • un decimo per stipendi fino a 2.500 euro

Passando, invece, ai limiti di pignoramento su un conto corrente, le leggi in vigore 2023 prevedono, in base al saldo disponibile sul conto, la possibilità di pignorare solo la parte eccedente il triplo dell’assegno sociale, cioè 1.404,30 euro considerando l’importo dell’assegno sociale, come detto, nel 2023 di 503,27.

Tuttavia, stando a recenti novità approvate sul pignoramento, ci sono casi in cui è possibile pignorare lo stipendio senza alcun limite, interamente. Si tratta dei casi in cui sul conto corrente non viene accreditato solo lo stipendio ma arrivano anche somme di altra natura, come compensi per canoni di locazione, o per pagamenti per attività collaterali, ecc, e in tali casi, come deciso, il creditore può pignorare tutto lo stipendio.

Il pignoramento dello stipendio senza limiti e interamente può scattare anche nei confronti dei lavoratori con contratti di lavoro parasubordinati come le collaborazioni coordinate e continuative, che vengono equiparati ai lavoratori dipendenti, e di lavoratori autonomi, professionisti, artigiani, partite Iva. 

Passando, invece, al capitolo polizze vita, il discorso è piuttosto ampio: stando alle ultime novità approvate, se viene stipulata una polizza vita previdenziale, allora non può essere pignorata, perché la stipula di una polizza vita in tal senso dipende da una esigenza di garanzia per il futuro proprio e dei propri discendenti e familiari per cui non si può toccare, ma se si tratta di una tipologia di polizza vita come investimento, speculativa, allora anch’essa può essere pignorata.

Sono, infatti, disponibili polizze vita prodotti finanziari che seguono l’andamento dei mercati e per cui premi e capitale dipendono dai titoli di borsa o indici e valori di riferimento bancari e finanziari. In questo caso, il creditore può pignorare la polizza vita relativamente all’indennizzo maturato.
 

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