Rehn: far pagare correntisti obiettivo unione bancaria

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Il governo Letta deve usare l’opportunità di una «ritrovata stabilità politica», dopo l’uscita di Berlusconi dalla maggioranza, per accelerare sulle riforme strutturali. È questo, in sostanza, il messaggio del commissario agli Affari economici e monetari, Olli Rehn, all’Italia nel momento in cui il Consiglio europeo si prepara a discutere della creazione di contratti vincolanti sulle riforme.

Commissario Rehn, in passato ha sottolineato i ritardi di Italia e Francia, sostenendo che Spagna, Portogallo e Irlanda hanno fatto meglio in termini di riforme. Italia e Francia sono un pericolo per la zona euro?

«Italia e Francia, anche se hanno fatto alcuni progressi negli ultimi anni, devono intensificare le riforme al fine di sostenere la crescita e l’occupazione. Ecco perché la Commissione raccomanda di proseguire con le riforme nel settore del mercato del lavoro e nella liberalizzazione del mercato dei servizi e dei prodotti. Entrambi i paesi hanno bisogno di più dinamismo nell’economia. L’Italia, come la Francia, deve migliore la sua competitività nel contesto globale. È indispensabile per fornire posti di lavoro e welfare ai cittadini».

In passato ha detto di guardare all’Italia con scetticismo. C’è il rischio che non vengano mantenute le promesse?

«L’Italia è stata in grado di uscire dalla procedura per deficit eccessivo a giugno di quest’anno grazie all’azione efficace nel consolidamento delle finanze pubbliche. Sono fiducioso che la stabilità politica ritrovata si possa usare per far avanzare le riforme strutturali. Sosteniamo il lavoro del governo Letta in questa direzione».

Come risponde a chi sostiene che la soluzione dei problemi è uscire dall’euro?

«Gli italiani sono profondamente europeisti. L’euro è stato di beneficio all’Europa portando stabilità dei prezzi e stabilità dei tassi di cambio. Ma ciascun paese europeo deve riformarsi per beneficiare della stabilità fornita dall’euro».

In Germania ieri ha giurato il governo di Grande Coalizione. Molti chiedono un cambio di rotta a Berlino sull’austerità.

«Nella politica economica e nella politica europea della Germania normalmente c’è una forte continuità: mi aspetto che sarà così anche questa volta. Abbiamo seguito molto da vicino i negoziati sul patto di coalizione in Germania. Valuteremo in modo più approfondito le 190 pagine del documento nelle prossime settimane, in particolare quando la Germania presenterà il bilancio 2014 con misure concrete e specifiche».

Mario Draghi ha detto di essere preoccupato dal compromesso che si sta delineando sull’unione bancaria, perché troppo complesso e senza un paracadute finanziario efficace.

«Draghi parla sulla base di una lunga esperienza. La proposta originale della Commissione sarebbe stata quella più elegante ed efficace. Stiamo assistendo alla nascita di una soluzione ibrida che combina il metodo comunitario e l’approccio intergovernativo. Gli stati membri hanno ancora un po’ di tempo per una soluzione efficace e intelligente».

Ma la Germania frena sul paracadute finanziario e la mutualizzazione dei rischi bancari.

«La necessità di un paracadute è ridotta dalla forte possibilità del bail-in (le perdite imposte ai creditori privati, ndr). Questo ridurrà la necessità di aiuti pubblici e aiuterà a proteggere i contribuenti europei. È uno degli obiettivi chiari di questa riforma. Ma l’altro obiettivo è di assicurare la stabilità finanziaria. E anche se abbiamo meno bisogno di un paracadute pubblico, la crisi finanziaria ci ha insegnato che è meglio averne uno».

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