Ricerca, incentivi start up per tutte le Pmi

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start-upSi compone di 21 articoli l’ultima bozza del decreto sull’«Investment compact» che il governo intende portare al consiglio dei ministri del 20 gennaio. Confermati l’allargamento del Fondo centrale di garanzia che coprirà anche i titoli Abs e le misure per dare certezze agli investitori esteri. Si lavora al Fondo pubblico-privato per le crisi industriali, con la possibilità di inserirlo però come emendamento al decreto Ilva, mentre sono state predisposte nel dettaglio le misure per l’innovazione delle piccole e medie imprese, per la cultura e il Terzo settore.

Pmi e reti di imprese
Nasce la categoria di «Pmi innovativa», che includerà le piccole imprese con spese in R&S pari almeno al 10% del maggiore valore tra costo e valore totale della produzione e con almeno un terzo della forza lavoro espresso da personale altamente qualificato. Un altro requisito sarà la presenza di almeno un brevetto. Le Pmi con queste caratteristiche entreranno in una sezione speciale del registro delle imprese che consentirà loro di beneficiare delle semplificazioni e delle agevolazioni (fiscali e in tema di lavoro) che oggi, sulla base del decreto crescita 2.0, sono riservate alle startup innovative (società costituite da non più di 4 anni).
A meno di sorprese dell’ultim’ora legate alle copertura, sarà rifinanziata con 50 milioni l’agevolazione fiscale chiusasi nel 2012 che consisteva in una sospensione di imposta sugli utili che le imprese, partecipanti a un contratto di rete, destinavano alla realizzazione delle attività oggetto del programma comune.
Credito e investimenti
L’articolo 1 prevede il riassetto del Fondo centrale di garanzia, che opererà anche a “copertura” di imprese di assicurazione e di Oicr (organismi di investimento collettivo del risparmio). Non solo: garantirà anche i titoli derivanti da cartolarizzazione che abbiano oggetto crediti nei confronti di Pmi, in questo modo il governo punta ad adeguarsi alle politiche della Bce e, in particolare, al piano di acquisto delle cosiddette Abs (asset backed securities) mezzanine.
In tema di grandi investitori, invece, in base alla bozza «le imprese che intendono avviare piani di investimento pluriennali di importo superiore a 500 milioni, per importi annuali non inferiori a 100 milioni, hanno accesso a una procedura di ruling che si conclude con la stipulazione di un accordo, tra il competente ufficio dell’Amministrazione pubblica e l’impresa». È la norma per attrarre investimenti esteri, senza che si escluda tuttavia l’applicazione anche a imprese nazionali. Nessuna “brutta sorpresa” dalle norme settoriali, è la promessa, soprattutto sul versante fiscale.
Cultura e Terzo Settore
Abrogando l’articolo 199-bis del Codice dei contratti pubblici, il governo punta a ricondurre l’affidamento delle sponsorizzazioni nei beni culturali ai principi generali di economicità, efficacia, imparzialità, parità di trattamento, trasparenza e proporzionalità. Spazio anche ai “social bond”: emissioni finalizzate a sostenere progetti con finalità etica o sociale, godranno di un’imposta sostitutiva favorevole (ancora da decidere).

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