Sale il sipario su Jackson Hole, occhi puntati su Mario Draghi
Mario Draghi difende il Quantitative Easing

Ancora nessun commento

I riflettori, soprattutto quelli dei mercati, sono tutti puntati sui due protagonisti: da un alto Mario Draghi e dall’altro Janet Yellen.

Il presidente della Bce si presenta con in tasca una ripresa economica di Eurolandia che prende slancio, nonostante l’inflazione ancora al palo e la ‘minaccià dell’euro forte. La moneta unica continua infatti ad apprez- zarsi, raggiungendo i massimi da otto anni nei confronti della sterlina e avanzando sul dollaro, in una corsa che è da più parti vista come una possibile minaccia per la ripresa europea.

In questo contesto, Draghi da Jackson Hole potrebbe spianare la strada alla fine del Quantitative easing, chiesto a gran voce dai falchi dell’Eurotower. ‘’Non c’è bisogno di prolungare il programma di acquisto tito- li’‘ al di là del dicembre 2017, afferma Jens Weidmann, il presidente della Bundesbank, ribadendo un concetto più volte espresso. Parole, quelle di Weidmann, che mostrano una Bce divisa e la necessità per Draghi di raggiungere un consenso sulle prossime mosse. E che seguono la nuova difesa del Quantitative easing da parte del presidente della Bce: ‘’molti studi ne hanno affermato il successo nel sostenere l’economia e l’infla- zione’‘ dice Draghi, invitando le banche cen- trali ad avere una ‘’mentalità aperta’‘ di fronte all’economia che cambia e alle nuove sfide che si presentano. ‘’Quando il mondo cambia,come è successo 10 anni fa, le politiche, soprattutto quelle monetarie, devono adeguarsi’‘ aggiunge.

A camminare su un terreno scivoloso è anche Yellen, per la quale la sua apparizione al forum an- nuale della Fed potrebbe essere l’ultima, vista la scadenza del suo mandato nel 2018 e le incertezze sul suo rinnovo. Dal presidente della banca centrale ameri- cana il mercato attende in- dicazioni sul ridimensiona- mento del bilancio della Fed, che potrebbe iniziare già in settembre, e su un possibile nuovo rialzo dei tassi di interesse. Le incertezze di fronte alle quali Yel- len si trova sono soprat- tutto di carattere politico: i piani della Casa Bianca sul fronte economico  nonono ancora chiari, fra la riforma della tasse che non decolla e il piano delle infrastruttu- re da 1.000 miliardi di dollari che sembra con- gelato. A complicare il quadro è la minaccia del presidente Donald Trump per uno shu- tdown del governo, ovvero una paralisi, nel caso in cui il Congresso non finanziasse il Muro con il Messico. Ma anche la posizione dura dell’amministrazione sull’accordo di libero scambio del Nafta, con Trump che ha aperto di nuovo a un ritiro degli Stati Uniti dall’intesa. Il mercato attende così una schiarita da Jackson Hole, e lo fa muovendosi in territo- rio negativo. Le piazze finanziarie europee chiudono in rosso in vista dell’apertura dei lavori oggi, con Milano che perde lo 0,50% (ieri, ndr). Pesante anche Wall Street, dove le tensioni a Washington iniziano a farsi sentire oscurando anche la corsa dei tecnologici.

Facebook
Twitter
LinkedIn
Pinterest
Reddit
Tumblr
Telegram
WhatsApp
Print
Email

ALTRI ARTICOLI