Segnalazioni e assunzioni: il «sistema» Ligresti

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È fatto di «raccomandazioni» e «segnalazioni», l’universo dei Ligresti. Favori, veri o presunti, a politici — come il ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri — o chiesti a politici — come all’ex premier Silvio Berlusconi — o nei confronti dei vertici delle autorità di controllo sui mercati (Consob) e sulle assicurazioni (Isvap). È il quadro di un sistema di potere, quello che emerge dai verbali dell’inchiesta del pm di Milano Luigi Orsi per corruzione a carico di Salvatore Ligresti e (anche per calunnia) di Giancarlo Giannini, ex presidente Isvap.
Ligresti, hanno raccontato lo stesso ex patron di Fonsai e la figlia Jonella, si sarebbe «fatto latore» presso Berlusconi «del desiderio dell’allora prefetto Cancellieri che era in scadenza a Parma e preferiva rimanere in quella sede anziché cambiare destinazione». «Qui c’è un accanimento che non ha limite», ha replicato ieri Cancellieri, definendo «surreale» la richiesta di raccomandazione. In una nota ha spiegato di essere stata a Parma due volte come commissario straordinario: tra febbraio e maggio 1994 e poi nel novembre 2011, «incarico interrotto per la nomina a ministro dell’Interno nel governo Monti». Se un intervento c’è davvero stato, è anche possibile che Ligresti abbia confuso date e circostanze.
L’interessamento più pesante di Ligresti — che gli costa l’ipotesi di reato di corruzione — è nei confronti di Giannini. L’ex amministratore delegato della compagnia, Emanuele Erbetta (arrestato nell’inchiesta di Torino per falso in bilancio), ha riferito a Orsi come «Ligresti si sia speso per trovare un adeguato approdo professionale a Giannini uscente da Isvap. Io credo che Ligresti anche negli anni prima del 2011 abbia fatto pesare le sue relazioni politiche con Berlusconi, Letta (Gianni, ndr ) e Ignazio La Russa… Non mi pare casuale il fatto che Giannini ha mollato Ligresti proprio quando questi non disponeva più di quella forza imprenditoriale e politica che aveva espresso prima del 2010». Lo stesso Ligresti lo ha confermato al pm il 15 dicembre 2012: «In alcune occasioni ho segnalato al presidente (Berlusconi, ndr ) il mio personale auspicio che si trovasse una sistemazione per Giannini», in particolare nel 2011 perorandone la nomina (non avvenuta) alla presidenza dell’Antitrust. «Avevo e ho una particolare consuetudine con lui. Siamo amici di vecchia data, veniamo dalla gavetta e gli incontri sono tanto frequenti quanto informali. Con il presidente Berlusconi si parla di tutto». Ma, ha precisato Jonella Ligresti, una volta che lei e suo padre andarono a trovare Berlusconi a Roma per «rappresentargli il tema della “sistemazione” di Giannini”», l’ex premier non si mostrò particolarmente interessato: «Ho visto che Berlusconi ha risposto dicendo “vediamo”». Proprio quell’anno si rovesciò il rapporto con l’ex presidente dell’Isvap. Giannini aveva mandato un’ispezione nella compagnia, che porterà alla richiesta di un pesante aumento di capitale che determinerà l’uscita di scena della famiglia: «I Ligresti erano veramente colpiti dal “nuovo” atteggiamento di Isvap… Sentii con le mie orecchie quanto e come (Salvatore e Jonella, ndr ) si lamentassero di Isvap con Berlusconi, chiedendo implicitamente un suo intervento. Registrato peraltro il sostanziale disinteresse di quest’ultimo». Per Giannini l’ipotesi di calunnia è legata proprio agli esposti presentati contro la compagnia.
Altro trattamento di favore sarebbe stato riservato al presidente della Consob, Lamberto Cardia: «Ad un certo punto mio padre decise che fossero dati degli incarichi a Marco Cardia… L’ho conosciuto, non mi è parso un luminare del diritto. Non c’è bisogno di diffondersi sulle ragioni di questa decisione», ha dichiarato Jonella. E Ligresti ha aggiunto che fosse stato il defunto Massimo Pini a spiegargli «che si trattava del figlio del presidente della Consob in carica. Non c’era bisogno di spiegare altro».

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