I segni del declino erano visibili gia’ dal bilancio 2011
Andrea Giani nuovo direttore generale di Eurofidi

Ancora nessun commento

Da allora e fino al 2014 dai bilanci del Confidi piemontese non si evincono segni di miglioramento. Lo afferma in una nota Crif Ratings, commentando la decisione di liquidare Eurofidi, piu’ grande consorzio di garanzia fidi in Italia, presa dai soci il 15 settembre scorso. Per Crif, a fine 2014 il Consorzio riportava “una struttura patrimoniale e di fondi inadeguata al profilo di rischio assunto, con un deficit patrimoniale stimato” in oltre 118 milioni di euro e affrontava anche le difficolta’ “fisiologiche del sistema”. Inoltre, “si riscontravano gravi carenze anche sotto il profilo della liquidita’: considerata la percentuale significativa di garanzie a prima richiesta, Eurofidi riportava disponibilita’ liquide non sufficienti alla copertura delle possibili escussioni bancarie connesse alle esposizioni deteriorate”. Il caso Eurofidi punta i riflettori su una parte del sistema finanziario italiano, quello dei Confidi, che per sua vocazione ha subito in maniera evidente la crisi del sistema bancario italiano. All’interno della filiera del credito alle piccole e medie imprese, i consorzi fidi si pongono come “connettori” tra gli istituti bancari e le imprese, garantendo le esposizioni creditizie delle ultime nei confronti dei primi. I benefici di questo rapporto si riversano sulle banche, in termini di condivisione/riduzione del rischio di credito a fronte di un maggiore set informativo che il Confidi, operando a stretto contatto con il territorio, dovrebbe fornire, e sulle imprese, in termini di maggiore accesso al credito bancario. Uno schema perfetto fintantoche’ la crisi economica non ha profuso i suoi effetti: aumento dei casi di insolvenza, incremento delle escussioni bancarie, assottigliamento dei margini economici, scarsa contribuzione pubblica, riduzione delle risorse patrimoniali. Dalle valutazioni sui bilanci 2014 dei Confidi monitorati da Crif Ratings, emergono chiari i segnali di debolezza del sistema: circa il 24% dei Confidi si trova in una classe di rischio molto elevato. E la situazione appare piu’ grave all’indomani della liquidazione di Eurofidi, che accende un campanello di allarme sui sistemi di mitigazione del rischio di credito. In particolare si fa riferimento all’invalidita’ delle controgaranzie rilasciate dal Fondo di Garanzia, gestito da Medio Credito Centrale.

Facebook
Twitter
LinkedIn
Pinterest
Reddit
Tumblr
Telegram
WhatsApp
Print
Email

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

ALTRI ARTICOLI