Il Fondo pensione è un sistema usato in molti Paesi, come in Svizzera, dove viene chiamato “secondo pilastro”. Alla fine del 2021, i cittadini italiani che avevano scelto un simile sistema ammontavano a 8,7 milioni, in crescita del 3,9% rispetto al 2020.
Sono diverse le tipologie di fondi pensione a cui ci si può rivolgere:
- i fondi negoziali, vale a dire quelli organizzati dai sindacati e dalle aziende che prevedono un versamento a carico del lavoratore e uno a carico dell’impresa per la quale lavora;
- i Piani individuali pensionistici (Pip), istituite da imprese di assicurazione;
- i fondi aperti, gestiti per lo più da enti privati, come assicurazioni, banche, fondi per la gestione del risparmio, ecc.
Rivolgersi a un fondo pensione permette di dedurre dal reddito annuo un massimo di 5.164,57 euro, compresa anche la quota eventualmente versata dal datore di lavoro, tranne nel caso in cui le somme provengano dai Tfr.
Inoltre, alcuni fondi pensionistici permettono di produrre ricchezza, investendo il capitale che amministrano e distribuendone gli utili a chi vi aderisce. Questi importi sottostanno a una tassazione del 20%.
La tassazione sui fondi pensione è del 15%, e tale tasso diminuisce dello 0,3% per ogni anno di adesione superiore al 15esimo anno. Anche in questo caso c’è però un limite: la pressione fiscale non può essere decurtata oltre il 6%, tasso che supererebbe chi ha alle spalle 35 anni di adesione a un fondo pensionistico. In ogni caso l’aliquota minima applicabile è il 9%, nella quale non sono considerati eventuali rendimenti per i quali, come detto, vige una tassazione del 20% contabilizzata però a parte.