Si chiama Algarve una delle ultime mire dell’ENI

Ancora nessun commento

eni snam
Algarve è una delle zone piu’ belle del turismo di Portogallo.

Partiamo dall’inizio. Le ditte che vogliono qui trivellare sono la benefattrice dell’umanita’ ENI e la sua collega portoghese GALP.

Hanno firmato degli accordi per l’assegnazione delle concessioni circa dieci anni fa.

Finalmente, nel Marzo del 2016 il consorzio ENI e GALP annunciano il loro intento di trivellare il mare offshore da Algarve. Nel concreto si trattava di un pozzo esplorativo in acque profonde, e dunque di piu’ difficile accesso, a 80 chilometri dalla citta’ di Sines.  Il giacimento da sfruttare si chiama Alentejo; questa e’ divisa in tre concessioni: Lavagante, Santola e Gamba.

Di questo consorzio, il 70% e’ dell’ENI e il restante della GALP. La concessione occupa circa 9,100 chilometri quadrati.

L’obiettivo annunciato nel 2016 era di trivellare i mari atlantici di Algarve entro Maggio 2018, cioe’ … cioe’ adesso, con un investimento del costo di 100 milioni di dollari. La nave che trivellera’ e’ la SAIPEM 12000.

A suo tempo, il portavoce dell’ENI, tale Franco Conticini, disse che le trivelle esplorative sarebbero durate per 45 giorni durante i quali recuperare campioni di petrolio da analizzare. Se il petrolio fosse stato buono e commercializzabile, sarebbe potuto arrivare il pozzo vero.

O i pozzi veri, perche’ i di estrazione potrebbero essere molteplici, senza considerare anche i pozzi di reiniezione, dove appunto seppellire tutto il materiale di scarto ad alta pressione.

Sono poi subentrati ritardi, come spesso accade nel petrol-mondo, dove non si possono prevedere sempre andamento dei prezzi, venti politici ed altri accadimenti geo-politici-economici mondiali, e le trivelle non sono ancora veramente arrivate questo Maggio.

Non ancora.

Perche’ nell’ambiente dei trivellatori si parla di buone prospettive per l’estrazione dall’Algarve, preoccupando un po tutti i residenti e i turisti. 

L’area come detto sopra e’ meta di pellegrinaggi di surifisti e di amanti del mare, nonche’ di pescatori.

Ma le cose non sono cosi lineari.

A dicembre 2017 al consorzio ENI- GULP era stato richiesto di presentare uno studio di impatto ambientale, ma l’ENI mise in dicussione tale necessita’, come anche la garanzia di 20 milioni di euro, e una speciale polizza assicurativa, in caso le cose andassero storto.

Ohhh, nooo. Giammai.

Le cose non vanno mai storte, no? Mai a nessuno, e men che meno all’ENI!
Perche’ presentare studi, assicurazioni, garanzie?

Ovviamente le associazioni ambientaliste del Portogallo gia’ in subbuglio, lo sono state ancora di piu’. Hanno raccolto 42,000 firme contro le trivelle ENI, e sono arrivati veti e divieti da varie localita’ di Algarve.

Ma niente, il governo centrale non ci sente e le concessioni sono ancora li.

E non solo le concessioni sono ancora li, all’ENI e alla GULP sono state concesse pure delle estensioni per Lavagante, Santola e Gamba, a causa di “esigenze legali ed amministrative” e di “pubblico interesse” come ha detto il segretario dell’energia del Portogallo, Jorge Seguro Sanches.

Perche’ c’e’ il pubblico interesse? Non si sa, ma forse e’ bene osservare che il governo di Portogallo ha tirato su 76 milioni di euro con le concessioni petrolifere nel corso di questi 10 anni.

La vicenda e’ del tutto simile a quelle italiche: con l’ENI che fa comunella con i politici, i ministri dell’energia, dell’ambiente, del mare, con la GALP e con varie agenzie governative, e che in fine dei conti si prende gioco della democrazia.

Esempio? Come racconta il gruppo ASMAA, associazione di attivisti contro i mostri ENI, c’e’ stata una fase di consultazione pubblica gestita dall’ENI e durata per un mese e mezzo, dal 5 Marzo al 16 Aprile, e che e’ stata definita una “farsa”. Mmh.

Mi ricorda tanto le nostre!  Dove si parla, parla, si ignorano le richieste dei residenti.

La cosa interessante e’ che in Portogallo come in Italia del resto, i politici fanno proclami a destra e a manca contro i cambiamenti climatici, ma poi quando si tratta di trivelle e di agire e di fermarle, non ci vedono e non ci sentono.

Il profumo dei soldi che rende profumate anche le trivelle, eh?

E infatti anche qui il primo ministro António Costa nel 2016 annuncio’ alla conferenza del clima a Marrakesh che il Portogallo sarebbe diventato carbon neutral entro il 2050. E poi estendono le concessioni petrolifere.

All’ENI non posso che ribadire tutto il mio schifo verso di loro, schifo che non e’ diminuito di un milligrammo in questi dieci anni del mio avere a che fare con loro. Ho voglia di dirlo a tutto il mondo in Portogallo ed oltre, che non sono che una ditta di morte, di scarsa trasparenza, di persone piccole piccole di vedute, di responsabilita’, di amore, e che dovrebbero solo vergognarsi.

Come vorrei avere il potere di fermarli.

Facebook
Twitter
LinkedIn
Pinterest
Reddit
Tumblr
Telegram
WhatsApp
Print
Email

ALTRI ARTICOLI