Si sprecano in queste ore le ricostruzioni sui possibili nuovi soci di Banca Carige
Carige aspetta l'arrivo di Bonomi

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Ne esce una mappa variopinta. Fra i nomi certi spunta anche quello dell’ormai immancabile Davide Serra, il fondatore di Algebris vicino all’ex premier Matteo Renzi, che rileverà il 2% di Carige. Ma anche hedge fund e persino il colosso bancario Santander, che avrebbe avanzato un’offerta per la piattaforma Creditis. Inoltre sembra confermata l’ipotesi di un impegno di Intesa Sanpaolo e Generali, oltre a Unipol, tutti nei panni di ex bondholder.

Aspettando l’aumento di capitale, che avviene al prezzo stracciato di 1 centesimo, il titolo Carige resta molto volatile in Borsa e stamani fatica a entrare agli scambi, con un rialzo teorico di oltre il 20% dopo il -37,5% di ieri. Per evitare anomalie nel prezzo delle azioni, tipiche degli aumenti iperdiluitivi, i nuovi titoli verranno resi disponibili da subito.

Tornando alle indiscrezioni (e certezze) sul nuovo assetto azionario di Banca Carige, i soci storici e di riferimento (dalla famiglia Malacalza, a Gabriele Volpi e Aldo Spinelli), saranno affiancati da una pattuglia di nuovi azionisti con quote attorno al 2-3%. Fra questi il fondo Algebris di cui sopra si è candidato a rilevare una quota del 2% poiché “crediamo che questa volta ci sia una pulizia definitiva e che il nuovo management sarà in grado di risanarla completamente”, ha detto Davide Serra. Inoltre si aprono le porte dell’azionariato ai soggetti che acquisiranno gli asset messi in vendita dalla banca, per cui dovrebbe esserci anche Credito Fondiario, che ha firmato un’esclusiva per il portafoglio di Npl della banca, nonché l’acquirente della piattaforma di credito al consumo Creditis. A mezzanotte di ieri è scaduto il termine per le offerte vincolanti e si fa il nome del gruppo Santander. C’è poi il fronte della conversione con Unipol, Intesa Sanpaoloe Generali che potrebbero sottoscrivere la parte riservata dell’aumento, ossia 60 milioni dei 560 milioni complessivi, riservata agli obbligazionisti senior.

E ancora due hedge fund: il britannico Tosca, che in passato era arrivato a detenere il 5% di Carige, e Marshall Wace, già presente nel capitale della banca nel corso del 2016.

Ma il successo dell’operazione sarebbe anche stavolta nelle mani dei piccoli soci retail, cui si è rivolto nei giorni scorsi lo stesso Ad Paolo Fiorentino. I quali dovranno decidere se dare fiducia per la terza volta in cinque anni a una banca che ha bruciato 1,65 miliardi di euro raccolti con i precedenti due aumenti.

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