Si studia un decreto per attirare Tesla e le multinazionali cinesi
Il consiglio dei ministri dovrebbe licenziare un decreto con alcune implicazioni anche per il mondo dell'auto.

Il consiglio dei ministri dovrebbe licenziare un decreto con alcune implicazioni anche per il mondo dell’auto. Si tratta del disegno di legge denominato “Asset e investimenti”: gli articoli sono 34 e i temi vanno dal contrasto alla proliferazione del granchio blu nel Mar Adriatico ai fondi per i piccoli comuni, dalle nuove licenze per i taxi all’abolizione del tetto dei 240 mila euro per gli stipendi dei dirigenti della società Ponte dello Stretto, dagli algoritmi sui prezzi dei voli nazionali al credito d’imposta per i progetti di ricerca e sviluppo nel campo dei semiconduttori, dai limiti all’elettrosmog alle misure di promozione delgi investimenti esteri in Italia. 

Decreto Omnibus. Dunque, parliamo di un decreto che tocca temi e argomenti di qualsiasi genere e senza alcun legame. Non a caso si chiama decreto “Omnibus”, una formula oggetto di critiche da parte del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha più volte stigmatizzato la tendenza a inserire nei testi legislativi materie estranee agli argomenti di riferimento. Detto questo, l’ultimo disegno di legge include anche dei provvedimenti che potrebbero agevolare il proposito del ministro delle Imprese, Adolfo Urso, di intercettare investimenti esteri di una certa consistenza e importanza. È il caso della Tesla, alla ricerca di una località per una seconda fabbrica in Europa, o delle Case cinesi intenzionate stabilire una presenza industriale nel Vecchio continente; oppure, ancora, della multinazionale dei semiconduttori Intel, che sembra aver abbandonato il suo progetto per una fabbrica in Italia. 

L’articolo 14. Allora vediamo l’articolo che potrebbe interessare i grandi investitori esteri. Si tratta dell’articolo 14 nella bozza del disegno di legge circolata negli ultimi giorni. In particolare, è prevista la possibilità per il consiglio dei ministri di dichiarare “il preminente interesse strategico nazionale di grandi programmi d’investimento esteri sul territorio italiano”, ossia dal valore di almeno 1 miliardo di euro, che richiedono procedimenti amministrativi di una certa complessità. In tal caso, il presidente del consiglio può nominare, d’intesa con le regioni interessate, un “commissario straordinario di Governo per assicurare il coordinamento e l’azione amministrativa necessaria per la tempestiva ed efficace realizzazione del programma d’investimento”. In caso di necessità, il commissario potrà agire “in deroga a ogni disposizione di legge diversa da quella penale”, fatto salvo il rispetto delle leggi antimafia o dei “vincoli inderogabili derivanti dall’appartenenza all’Unione europea”. Inoltre, tutti gli atti amministrativi saranno “rilasciati nell’ambito di un procedimento unico di autorizzazione”.

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