Dopo 2 anni e mezzo in cui la domanda di mutui da parte delle famiglie aveva sempre fatto registrare una contrazione rispetto al corrispondente mese dell’anno precedente e un I semestre 2013 che era risultato essere il peggiore in assoluto dell’intero ultimo decennio, inaspettatamente il dato relativo al mese di luglio appena concluso mostra una crescita del +2% rispetto al luglio 2012.
Evidentemente la rilevazione riferita ad un singolo mese non è necessariamente anticipatrice di una inversione del trend negativo che perdurava ininterrottamente dall’inizio del 2011, ma arriva assolutamente inaspettata e per questo tanto più sorprendente.
Il ritardo rispetto al 2012, quando le richieste di mutui sono letteralmente crollate, rimane ancora molto pesante (-44,3% ponderato a parità di giorni lavorativi) ma il dato positivo rilevato nell’ultimo mese colpisce in quanto anche nel precedente semestre la domanda si era confermata essere decisamente debole e selettiva, scontando la perdurante fragilità del quadro economico complessivo. Difficile dire, quindi, se si cominciano a consolidare timidi segnali di ripresa dopo aver toccato il fondo di una curva costantemente in discesa ma certamente questa ultima rilevazione stimola una grande curiosità circa l’andamento del mercato che potremo osservare nei prossimi mesi.
Di seguito sono riportate le variazioni percentuali mensili relative al numero delle domande di mutui (vere e proprie istruttorie formalmente presentate alle Aziende di credito, quindi non semplici richieste di informazioni o preventivi online) contribuite in EURISC, il Sistema di Informazioni Creditizie di CRIF che raccoglie i dati relativi ad oltre 78 milioni di posizioni creditizie.
Le variazioni rispetto allo stesso mese dell’anno precedente sono indicate in valori ponderati, cioè al netto dell’effetto prodotto dal differente numero di giorni lavorativi.
Le variazioni rispetto allo stesso mese dell’anno precedente sono indicate in valori ponderati, cioè al netto dell’effetto prodotto dal differente numero di giorni lavorativi.
Fonte: EURISC – Il Sistema CRIF di Informazioni Creditizie
Altrettanto sorprendente appare l’entità dell’importo medio richiesto, che con 128.862 Euro tocca il punto più alto degli ultimi 7 mesi.
Analizzando la distribuzione in funzione dell’importo, a fine luglio si conferma la preferenza verso le fasce più basse, con oltre il 75% delle domande di mutuo che presentano un valore inferiore ai 150.000 Euro, anche in virtù della contrazione dei prezzi degli immobili residenziali registrata negli ultimi mesi.
Non si registrano, invece, particolari variazioni rispetto al recente passato nè per quanto riguarda la durata dei mutui richiesti, con la classe compresa tra i 25 e i 30 anni che continua ad essere la preferita dagli italiani (28,5% del totale), nè relativamente all’età dei richiedenti, con la fascia tra i 25 e i 44 anni che complessivamente determina più del 63% delle richieste.
Analizzando la distribuzione in funzione dell’importo, a fine luglio si conferma la preferenza verso le fasce più basse, con oltre il 75% delle domande di mutuo che presentano un valore inferiore ai 150.000 Euro, anche in virtù della contrazione dei prezzi degli immobili residenziali registrata negli ultimi mesi.
Non si registrano, invece, particolari variazioni rispetto al recente passato nè per quanto riguarda la durata dei mutui richiesti, con la classe compresa tra i 25 e i 30 anni che continua ad essere la preferita dagli italiani (28,5% del totale), nè relativamente all’età dei richiedenti, con la fascia tra i 25 e i 44 anni che complessivamente determina più del 63% delle richieste.
Indubbiamente negli ultimi anni gli italiani hanno assunto un diverso atteggiamento rispetto all’investimento immobiliare e, conseguentemente, verso i mutui richiesti agli istituti di credito. Più precisamente, le famiglie si sono maggiormente orientate verso soluzioni in affitto e hanno posticipato l’acquisto di immobili residenziali. In più, sempre più spesso hanno preferito utilizzare risorse proprie e i risparmi dell’intera cerchia familiare per finanziare l’acquisto, tanto che solo un terzo delle compravendite viene sostenuta dall’accensione di un mutuo.