Tasso sui mutui, a giugno è ancora record

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Il tasso sui mutui per l’acquisto di abitazioni sale a giugno al5,85%, contro il 5,75% del mese precedente, il valore più alto dal 2002. Il dato è contenuto nel rapporto mensile dell’Abi. L’Ufficio studi dell’associazione bancaria fa comunque notare che il tasso reale, al netto, cioè dell’inflazione, segna il 2%, un valore inferiore al 2002, quando il tasso reale si collocava al 3%. Certo una magra consolazione per le famiglie, già indebolite dalla perdita del potere d’acquisto delle retribuzioni per l’inflazione in aumento.

E per le famiglie cresce la tendenza a scegliere un mutuo a tasso fisso. La quota di finanziamenti di questo tipo, come emerge dal rapporto dell’Abi, è aumentata dal 22,1% della media del 2003 al 70,6% dei primi cinque mesi del 2008, avvicinando la composizione fra finanziamenti a tasso fisso e variabile a quella che si registra in altri Paesi dell’area Euro, come Germania, Olanda e Belgio.

«Se si analizzano poi i flussi di nuovi finanziamenti per l’acquisto di abitazioni in Italia nel periodo esaminato – si legge nel rapporto – si nota una tendenza crescente con un flusso annuo che passa dai 31 miliardi di euro del 2003 a poco meno di 53 miliardi nel 2007. Nell’ultimo periodoil flusso di nuovi mutui ha risentito delle tensioni nei mercati finanziari e dei segni di rallentamento del mercato immobiliare: si è passati da un flusso di nuovi finanziamenti pari a oltre 21 miliardi fino a maggio 2007 a 18,4 miliardi nei primi 5 mesi del 2008».

Per quanto riguarda la composizione del mercato dei mutui, anche alla luce delle novità legislative e delle tensioni sui tassi di interesse, èmaggiore la diffusione dei mutui di sostituzione e di portabilità. Secondo le prime stime di Tecnocasa, su una indagine effettuata presso gli intermediari, l’ammontare delle rinegoziazioni nel 2007 ha interessato il 3% dei mutui in essere, mentre la sostituzione ha coinvolto l’1% dei mutui. La previsione è che nel corso dei prossimi anni la percentuale dei mutui surrogati o rinegoziati cresca velocemente.

Quanto alle tensioni sui tassi, c’è da dire che ieri l’Euribor a tre mesiil tasso di riferimento su cui si calcolano anche i rendimenti sui mutui, è sceso – ma di pochissimo – ed è passato al 4,957% dal 4,961% dell’altro ieri (nell’aprile 2004 era al 2,04%, ma ancora nel giugno 2006 era al 3,01%). Mentre l’Euribor a una settimana è salito al 4,355% dal 4,348% dell’altro ieri. In ogni caso è più alto rispetto al 4,25% che è il tasso che pratica la Bce alle sue aste settimanali di rifinanziamento.

Il micro-calo è una notizia buona solo in parte per i possessori di mutui variabili, in cui all’Euribor viene aggiunto uno “spread” – una percentuale – che muta a seconda delle banche. Infatti, l’Euribor a tre mesi era salito il mese scorso al massimo dal dicembre 2000, toccando il tetto del 4,967%.

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