Tito Boeri: c’e’ solo una ragione per non adeguare l’eta’ pensionabile alla speranza di vita: la prossima campagna elettorale
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Non usa mezzi termini Tito Boeri, presidente dell’Inps, che in un’intervista a Repubblica mette in guardia sugli effetti di una “controriforma” sullo spread e critica i sindacati, che “non difendono i salari ma ormai si battono solo per far aumentare la spesa pensionistica”. “Ci vorra’ una legge, quindi una riforma pensionistica, anche solo per spostare l’adeguamento al 2018. Questa controriforma delle pensioni ci esporrebbe a grandi rischi in un momento di forti tensioni internazionali e di irrigidimento della politica monetaria”, afferma Boeri. “Cio’ potrebbe provocare un forte aggravio dei costi del servizio del debito pubblico e un conseguente aumento dello spread. Ricordo che un punto in piu’ di tasso di interesse sui nostri titoli di Stato costa circa 2 miliardi di euro all’anno”. “Adeguare l’eta’ nel 2021 anziche’ oggi – evidenzia – costerebbe 140miliardi da qui al 2040”. A pagare il mancato adeguamento sarebbero i giovani: “sono i contributi degli attuali lavoratori che pagano le pensioni degli attuali pensionati. Piu’ anni di vita senza adeguamento vogliono dire piu’ pensioni da finanziare con le proprie tasche”, spiega Boeri. “Oggi la vita lavorativa media in Italia e’ di 31 anni, contro i 37 della media europea. L’eta’ effettiva di pensionamento e’ da noi di poco superiore ai 62 anni. Quindi di fatto stiamo innalzando l’eta’ a 62 anni e 5 mesi. Se non lo si fa – avverte – saranno i giovani a dover andare in pensione a 75 anni, o ancora piu’ in la’”. “Per favorire chi ha minori probabilita’ di sopravvivenza, gli strumenti ci sono gia’: l’Ape sociale per esempio permette il prepensionamento a persone che svolgono lavori gravosi”, aggiunge Boeri. “Siamo pronti a mettere a disposizione le nostre banche dati e il lavoro dei nostri attuari per identificare le carriere lavorative con speranze di vita piu’ basse”.

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