Un intervento pubblico nel settore bancario italiano non può essere escluso
Banchieri, gran consulto con Visco

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A dirlo è il governatore della Banca d’Italia,Ignazio Visco, intervenuto oggi all’assemblea annuale dell’Abi. “A fronte del rischio che, in un contesto di elevata incertezza, problemi circoscritti intacchino la fiducia nei confronti del sistema bancario, un intervento pubblico non può essere escluso. Confidiamo nella capacità di successo di un impegno comune volto a superare le attuali difficoltà”, ha sottolineato Visco. Il governatore ha poi aggiunto: “Non sottovalutiamo i segnali di preoccupazione, il nervosismo, che provengono dalla situazione dei mercati finanziari e interessano le banche italiane. Insieme con le altre autorità stiamo agendo con determinazione per promuovere efficaci interventi di mercato”.

VISCO: NON C’E’ EMERGENZA – “Il problema dei crediti deteriorati delle banche italiane è serio, ma può essere gestito – ha detto ancora Visco -; va chiaramente inquadrato e affrontato; lo si sta facendo, tenendo conto della necessità di contemperare rapidità ed economicità delle operazioni. La riduzione della loro consistenza registrata dall’autunno scorso è un segnale incoraggiante”. “Non è corretto – ha aggiunto – parlare del problema dei crediti deteriorati come un’emergenza per l’intero sistema bancario”. “La perdita, negli anni della crisi, di quasi dieci punti di Pil e di circa un quarto di produzione industriale – ha spiegato il Governatore – non poteva non influire pesantemente sui bilanci delle banche italiane e sulla qualità dei loro prestiti. In assenza della doppia recessione la consistenza lorda delle sofferenze sui prestiti alle sole imprese non finanziarie, superiore a 140 miliardi alla fine del 2015, sarebbe ammontata a circa 50 miliardi, un valore pari al 5 per cento dei finanziamenti concessi, prossimo a quello osservato prima della crisi. Sulla dinamica delle esposizioni deteriorate hanno inciso pesantemente i tempi – da noi finora particolarmente lunghi – delle procedure di recupero dei crediti, per i quali gli interventi decisi nell’ultimo anno determineranno un significativo accorciamento. Come abbiamo già avuto occasione di sottolineare, tempi medi di recupero inferiori anche solo di due anni avrebbero determinato, con una più elevata valorizzazione dei crediti deteriorati, un rapporto tra sofferenze e prestiti non discosto dalla metà di quello che oggi osserviamo”.

Secondo Visco, “la gran parte degli intermediari italiani è in grado di affrontare una situazione congiunturale ancora fragile, fornire finanziamenti all’economia, competere efficacemente sul mercato. Alcune valutazioni espresse nelle scorse settimane, che quantificano in svariate decine di miliardi le esigenze di ricapitalizzazione dell’intero sistema bancario, si basano sul presupposto che la consistenza complessiva delle sofferenze e magari anche parte delle cosiddette ‘inadempienze probabili’ debbano essere cedute immediatamente da tutte le banche a un valore pari a circa la metà di quello a cui le sofferenze sono iscritte nei bilanci delle banche”.

ALTRE FUSIONI – Il governatore di Bankitali aprevede altre fusioni nel mercato bancario italiano. “L’operazione di aggregazione tra due importanti banche popolari annunciata nei mesi scorsi costituisce un importante test della capacitàdi rinnovarsi del sistema a seguito del processo di riforma – ha osservato Visco – ci si attende che altre iniziative aggregative abbiano luogo in tempi non lunghi”.

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