Non solo uno scacchiere geopolitico internazionale sempre più condizionato dalle mosse dei due Grandi del Pianeta: la battaglia si combatte anche nel terreno della finanza. L’ultima conferma arriva dall’indagine lanciata dal dipartimento di Giustizia americano sul colosso bancario Deutsche Bank. Il sospetto è che la più grande banca tedesca abbia effettuato transazioni per un valore di $6 miliardi, al fine di nascondere flussi di denaro in uscita dalla Russia.
La stessa Deutsche Bank ha avviato un’indagine interna sulle transazioni, esaminando conti legati a una dozzina circa di società per cui avrebbe condotto operazioni di trading tra Mosca e Londra. Fonti vicine al dossier hanno riferito che, in diversi casi, gli asset di questi conti appartengono probabilmente a funzionari vicini a Putin, incluso un suo parente e due suoi amici di vecchia data, Arkady e Boris Rotenberg.
I Rotenberg in particolare si sono arricchiti con contratti siglati con aziende statale e al momento sono tra i funzionari sanzionati dalla Casa Bianca. Non ci sa ancora al momento, riporta Bloomberg, se i Rotenberg o altri siano finiti sotto indagine. Tra l’altro le transazioni – in cui un clienti puà utilizzare i soldi in un mercato per l’acquisto di strumenti finanziari, traendo profitto con la vendita di strumenti finanziari simili in altri mercati – sono legali.
Le autorità giudiziarie americane desiderano sapere se Deutsche Bank ha più che altro violato la legge bancaria Usa e anche se ha mancato di dare informazioni su presunte operazioni di riciclaggio di denaro sporco.
Si fa in ogni caso sempre più sofferto il rapporto tra Deutsche Bank e la sua divisione di Mosca.