Ora gli investitori si accontentano
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Nella sua consueta analisi settimanale “Il Rosso e il Nero”, Alessandro Fugnoli invita gli investiori a godere di “questa fase più sobria e meno nevrotica”. Non sarà “né eterna, né priva di scosse di assestamento”, ma l’ultima parte dell’anno dovrebbe essere all’insegna della tranquillità e confermare i livelli di prezzo attuali.

I mercati sono più maturi, avendo superato sia la frenesia ottimista di inizio anno, sia le previsioni più cupe. Non temono nemmeno il nuovo rialzo dei tassi della Federal Reserve.

Sotto il profilo macro, “l’inflazione non è decollata ma non si è nemmeno trasformata in deflazione”, sottolinea sempre l’analista citando il caso degli Stati Uniti, dove l’indice dei prezzi al consumo, corretto degli effetti di alimentari ed energia, “è miracolosamente vicino all’obiettivo strategico della Fed. L’inflazione Usa depurata dai fattori come il calo del valore di petrolio e cibo è all’1,9%.

Il manifatturiero è in frenata in tutto il mondo, ma “la domanda di servizi è forte su scala globale”. L’occupazione anche se fiacca continua a migliorare in Europa, dopo aver superato la crisi greca. Che “non è poco”.

Tra le materie prime, da cui dipende il destino delle economie in via di Sviluppo, “il petrolio, alla fine, sembra esseri stabilizzato”, mentre l’oro “non è crollato e gode al contrario di discreta salute”.

Quanto ai settori azionari, lo scandalo Volkswsgen, “che aveva spinto qualcuno a parlare di un nuovo caso Lehman Brothers” non ha provocato reazioni a catena pericolose nel comparto dei ciclici “già da tempo valutati con severità”.

Fugnoli, come il mercato, si dice neutrale sul settore. “Siamo invece moderatamente positivi” su farmaceutici e biotech, “un altro settore che sta lentamente ritrovando la calma dopo la tempeste delle ultime settimane”.

“Il nuovo mondo in cui ci siamo svegliati dopo la tempesta di agosto e settembre è insomma il mondo reale”, conclude Fugnoli. “È molto più banale della fiction in rosa della prima metà dell’anno e dell’apocalisse successiva, ma alla fine è meglio così”. Per tutti, pessimisti e ottimisti. Visto anche quanto al mercato vanno indigeste le fasi di incertezza.

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