Un’estate dai prezzi roventi
crescita

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L’arrivo di Lucifero sembra aver fatto bene all’economia italiana. Da quando è esploso il grande caldo c’è stato un aumento considerevole della domanda, in particolare per condizionatori e frigoriferi. Con questo grande caldo è addirittura raddoppiata la quotazione dell’energia nella borsa.  Il caldo non ha solamente prosciugato fiumi e creato ansimi di sofferenza ma ha creato un’impennata nei consumi di energia elettrica. Il caldo torrido di questi giorni, con temperature che si aggirano anche attorno ai 48 gradi (si parla di temperatura percepita), ha permesso una marcia forzata dell’uso di condizionatori. Con certe temperature girare per la città risulta impossibile, ecco allora che l’aria fresca del condizionatore ci permette di passare delle notti più tranquille. Nei primi tre giorni di agosto le quote del chilowattora si sono impennate, si parla addirittura di un raddoppio delle quotazioni. Gli effetti si notano subito soprattutto nelle grandi imprese che acquistano l’energia direttamente in Borsa. I normali cittadini invece potranno stare tranquilli, ma solo per ora. Al ritorno delle loro vacanze troveranno infatti delle belle bollette elettriche.

Si parla ormai di emergenza. Due giorni fa c’è stata la punta di consumo pari a 55655 megawatt e il listino prezzi è salito a 138 euro. Allarme per l’acqua, ci sarebbero infatti molte dighe idroelettriche a secco.

Secondo gli esperti, per ogni grado in più sopra la temperatura di 25 gradi la domanda elettrica cresce tra 800 e 1000 megawatt.

Si è passati quindi dai 43-44 euro di marzo e maggio agli attuali 85,17 euro. Ieri i prezzi delle forniture sono arrivati addirittura a chiudere a 104 euro, ma nell’ora di punta si è arrivati a toccare quota 138,2 euro.

In questi giorni il sistema elettrico è stato messo a dura prova. L’affanno energetico viene da entrambi i lati, dalla domanda di noi consumatori ma anche dall’offerta che può dare il sistema elettrico. Le centrali, i cavi e tutto ciò che gli è intorno soffre il caldo e basterebbe veramente poco per lasciare senza corrente interi quartieri di città o varie porzioni di campagna.

Le centrali termoelettriche con il caldo rovente di questi giorni producono di meno e rendono di meno. Tutto questo perché si riduce il salto termico che da efficienza. Cavi e trasformatori invece non riescono a disperdere il calore e quindi friggono. Quelle però che soffrono maggiormente questa situazione sono le centrali idroelettriche perché non riescono a far fronte all’aumento di domanda. L’allarme siccità proviene soprattutto nelle Alpi Orientali. Diversi bacini idroelettrici del Triveneto sarebbero addirittura prosciugati.

Secondo l’Anbi l’allarme è più che giustificato perché i bacini montani dell’area del Piave sono prosciugati al 95%

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