Unitus prende parte al progetto DTT su fusione nucleare con ENI-ENEA

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14rettore_stefano_ubertini-740x450-1L’Ateneo viterbese è l’unico del Lazio, insieme al Consorzio RFX, il Politecnico di Torino e l’Università Milano Bicocca, ad entrare in DTT Divertor Tokamak Test (DTT). In questi giorni è stata infatti siglata l’alleanza strategica tra Eni ed Enea per l’energia del futuro: i due partner daranno vita al consorzio destinato a realizzare il progetto internazionale sulla fusione nucleare appunto il Divertor Tokamak Test (DTT), da oltre 600 milioni di euro. Presente all’evento anche il rettore dell’Università della Tuscia, Stefano Ubertini. “Esprimo innanzi tutto la grande soddisfazione per questo riconoscimento scientifico. L’Unitus è attiva da molti anni nel campo della ricerca sulla fusione nucleare, sia come terza parte ENEA nel consorzio EUROfusion, sia in progetti di interesse nazionale che internazionale con istituti di ricerca prestigiosi come il Max Planck e imprese del settore come la Walter Tosto SpA. La
Tuscia, inoltre, è tra i pochi atenei italiani ad avere corsi dedicati all’energia da fusione nella propria offerta formativa”.
Alla firma erano presenti l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, il presidente di Enea Federico Testa, il ministro per la Ricerca e l’Università Gaetano Manfredi e per lo Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. Il progetto DTT, che nasce per fornire risposte scientifiche e tecnologiche ad alcuni aspetti del processo di fusione, come gli elevati carichi termici in gioco e i materiali da utilizzare, verrà realizzato nel Centro Ricerche ENEA di Frascati (Roma) dalla società DTT Scarl, di cui Eni avrà il 25%, ENEA il 74% e il Consorzio CREATE l’1%. Le ricadute del progetto sul PIL nazionale sono stimate in circa due miliardi di euro con la creazione di 1.500 nuovi posti di lavoro, dei quali i 500 diretti, tra scienziati e tecnici. “Oggi abbiamo corsi -afferma ancora il rettore Ubertini- sia di fisica del plasma, sia di tecnologie per la fusione al corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Meccanica, oltre a numerose posizioni nel corso di dottorato internazionale in Engineering for Energy and Environment. “I nostri corsi sono stati riconosciuti come eccellenti nel panorama internazionale, come testimonia il nostro recente ingresso in FuseNet, il network europeo delle grandi università che operano nel campo dell’energia da fusione,
aggiunge il professor Giuseppe Calabrò, docente di Fusione Nucleare, nonché presidente del Corso di Laurea in Ingegneria di Viterbo. “La qualità dei nostri dottorandi nel campo della fusione è testimoniata dalla recente successo nell’assegnazione di un “EUROfusion Engineering Grant” alla Università della Tuscia sui materiali innovativi per la fusione nucleare, afferma il professor Fanelli, docente di Costruzioni Meccaniche, presente anche lui all’evento di Frascati, questo Grant è la prosecuzione di un lavoro già avviato da tempo, per il quale l’Ateneo ha ricevuto un prestigioso premio internazionale nel 2018, con un successivo encomio dal Comune di Viterbo nel 2019, per la ricerca sulla schiuma di tungsteno, dispositivo ideato dai giovani ricercatori di Viterbo, e realizzato in additive manufacturing presso il prestigioso istituto tedesco Fraunhofer, che presenta le caratteristiche uniche di materiale innovativo e micro-ingegnerizzato per lo smaltimento di elevati carichi termici.

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