Non serve a nulla opporsi contro il decreto ingiuntivo notificato dalla banca al cliente moroso, limitandosi a contestare il calcolo di interessi usurari. Infatti, in tali casi, l’ingiunzione resta pienamente valida ed il giudice, all’esito di una perizia affidata a un consulente, si limiterà solo a calcolare la somma dovuta dal debitore al netto degli interessi illeciti.
A infrangere ogni speranza di quanti hanno maturato un debito con la propria banca è una sentenza della Cassazione pubblicata ieri [1].
Secondo il ragionamento della Suprema Corte, se il correntista si accorge che l’Istituto di Credito gli ha chiesto – nel decreto ingiuntivo – interessi ultralegali, fa bene a proporre opposizione. Tuttavia, non si illuda che, così facendo, possa azzerare (o meglio, annullare) ogni pretesa della banca. Al contrario, in tale ipotesi, si aprirà un normale giudizio, nel corso del quale il giudice nominerà un consulente tecnico, proprio col compito di accertare il tasso praticato dal creditore e scorporare le somme non dovute.
L’opera del consulente, infatti, in questi casi, consente di detrarre la differenza fra interessi legali e ultralegali.
Al correntista “in rosso” non resta dunque che pagare il “buco”, anche se ridimensionato nell’ammontare.
[1] Cass. Sent. N. 22924/13 del 9.10.2013.