Verranno penalizzate le reti di consulenza Azimut e Banca Mediolanum

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Consob segnala quattro società non autorizzate a operare in Italia L’effetto della consultazione sulla direttiva Mifid 2 avviata da Consob la scorsa settimana potrebbe penalizzare le reti di consulenti finanziari attive in Italia e quotate in Borsa.

Lo dice Mediobanca Securities in un report riservato visionato da FocusRisparmio dove gli analisti di Piazzetta Cuccia esprimono la loro visione circa la consultazione avviata dall’autorità di vigilanza per rivedere le modalità di rendicontazione ex post dei costi e degli oneri connessi alla prestazione di servizi di investimento.

Consultazione Mifid 2: quali effetti sulle reti di consulenza?

Per gli esperti di Mediobanca, Azimut e Mediolanum saranno le reti più colpite, poiché entrambe “hanno fatto un importante repricing nel 2019 e ora hanno una commissione di gestione lorda media pari a, rispettivamente, 190 e 210 punti base”.

Discorso diverso, invece, per Fineco e Banca Generali, che non hanno realizzato alcun repricing e attualmente applicano ai clienti una media di 130 e 140 punti base, sottolinea il report. Ricordiamo per chi legge che attualmente Fineco non applica alcuna commissione di performance, mentre Banca Generali, Azimut e Mediolanum sì.

La conclusione di Mediobanca è presto detta: Fineco non sarà impattata dall’attuale iniziativa della Consob mentre Banca Mediolanum e Azimut potrebbero incontrare delle difficoltà. L’istituto di Basiglio “è certamente più costoso, ma con un’elevata esposizione al segmento mass market e con una forte presenza dei consulenti finanziari nel rapporto con la clientela – scrivono gli analisti – quindi vediamo maggiori rischi per Azimut”. Impatti minori per Banca Generali, poiché serve lo stesso target di clienti di Azimut ma lo fa con un prezzo inferiore di circa 50 punti base, sottolinea la nota di Mediobanca.

Le criticità evidenziate da Mediobanca

Secondo Mediobanca l’aspetto più critico della consultazione su Mifid 2 avviata da Consob è che essa si rivolge agli stessi player che lo scorso anno hanno inviato le rendicontazioni sui costi ai propri clienti in ritardo e in una forma non idonea alle intenzioni del legislatore.

Nel 2019 l’invio dell’informativa è avvenuto nel mese di agosto, mentre secondo gli esperti di Mediobanca dovrebbe essere inviata entro la fine del secondo trimestre. Consob, nel documento circolato venerdì 21 febbraio, ha indicato il mese di aprile dell’anno successivo a quello di riferimento, come data limite per l’invio di tutta la documentazione.

Per quanto riguarda i contenuti, la posizione di Mediobanca è che le banche dovrebbero prendere esempio nell’elaborazione del rapporto Mifid 2 dal KIID per fondi e sicav, ossia elaborare un documento sintetico di massimo due pagine nel quale sono indicate in modo chiaro la descrizione del servizio, la performance netta e i costi in euro sostenuti dai clienti (mostrando pienamente il patrimonio dei clienti e non frazionandolo).

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