Voluntary, autoriciclaggio più soft

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Restringere il campo di applicazione dell’autoriciclaggio e alleggerirne le pene. Sono le modifiche da apportare alla nuova Voluntary disclosure secondo la commissione Giustizia della Camera, che ieri ha dato parere favorevole alla norma, ponendo però delle condizioni. E visto che la commissione Finanze, che è titolare del provvedimento, si è impegnata ad attenersi scrupolosamente al parere (non vincolante) dei colleghi della Giustizia in merito al nuovo reato, si può dare per scontato che il testo di legge sul rientro dei capitali cambierà ancora. 
In ogni caso, visto che l’ultimo parere mancante, quello della commissione Attività Produttive, è atteso tra oggi e domani, prima della pausa estiva il provvedimento potrebbe essere licenziato dalla Finanze, per approdare in Aula a settembre. Per altro l’iter è stato rallentato proprio dalla necessità di approfondimenti sul tema dell’autoriciclaggio, oggi non contemplato dall’ordinamento italiano. Ora, se saranno recepite le richieste della commissione Giustizia, l’articolo che riguarda il nuovo reato sarà completamente modificato. Il testo attuale della Voluntary infatti non novella la nuova fattispecie, ma si limita a eliminare dall’articolo 648-bis del codice penale le parole «fuori dai casi di concorso di reato», rendendo di fatto punibile anche chi lava da solo il proprio denaro. Nella nuova versione, invece, si prevede di inserire un apposito articolo del codice penale (648-ter.1), dedicato solo all’autoriciclaggio, definito come quello che riguarda chiunque «avendo commesso o concorso a commettere un delitto non colposo, sostituisce, trasferisce ovvero impiega in attività economiche o finanziarie denaro, beni o altre utilità provenienti dalla commissione di tale delitto, in modo da ostacolare concretamente l’identificazione della loro provenienza delittuosa». Più avanti si specifica che la fattispecie non si applicherà quando «il denaro, i beni o le altre utilità vengono destinate all’utilizzazione o al godimento personale». «Abbiamo individuato un denominatore comune nel ricondurre il reato di autoriciclaggio esclusivamente a condotte di ostacolo messe in atto da parte di chi ricicla in prima persona, evitando così il rischio di duplicare le pene per ciascun delitto suscettibile di generare proventi illeciti», ha spiegato il presidente della commissione Giustizia, Donatella Ferranti. E comunque il reato di autoriciclaggio sarà punito con pene meno severe, da due a otto anni, rispetto ai quattro-dodici anni del riciclaggio; mentre la multa in entrambi i casi è alzata a una soglia tra 2 mila e 25 mila euro. Infine va registrato che qualche richiesta di modifica è arrivata anche dalla commissione Bilancio, che ha dato sempre ieri il suo ok, ma a condizione che venga eliminato l’innalzamento da 10 mila a 15 mila della soglia al di sotto della quale non è necessario dichiarare depositi e conti all’estero. Chiesta anche una migliore specificazione della destinazione dei proventi una tantum derivanti dalla procedura di collaborazione volontaria.

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