Wealth management: la lungimiranza di Intesa Sanpaolo

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Puntare sul wealth management, la nuova frontiera della consulenza offerta a clienti private e corporate, conviene. Sono le banche che puntano all’evoluzione del private ed investment banking, a questo tipo di consulenza a 360°, ad ottenere risultati ed a crescere.

Lo rivela lo studio condotto da Excellence Consulting, società di consulenza in ambito bancario, che ha analizzato i piani di Intesa Sanpaolo 2014-2017, Unicredit e Ubi 2015-2019 e Banco Bpm 2016-2019.

Le banche più ambiziose in termini di incremento degli utili e dei ricavi sono Unicredit ed Intesa Sanpaolo. Unicredit punta a realizzare nel 2019 per ogni sportello 7,6 milioni di proventi e 1,6 milioni di utili mentre Intesa Sanpaolo conta di realizzare utili per sportello pari a 1,36 milioni di euro e proventi per 5,8 milioni a chiusura del 2017.

 

Traguardi superiori di crescita

Tutte le banche prese in esame dallo studio di Excellence Consulting hanno in programma, entro il 2019, di tagliare i costi a vantaggio della redditività razionalizzando la rete degli sportelli, ma ogni istituto di credito ha la sua strategia di crescita per incrementare i ricavi.

Le banche più rilevanti (come Unicredit ed Intesa Sanpaolo) pianificano traguardi superiori di crescita rispetto ad altre che includono una maggiore diversificazione dei modelli di business.

Già lo scorso anno, nel commentare i dati del primo semestre, il consigliere delegato di Intesa San Paolo, Carlo Messina, aveva annunciato la volontà di proseguire con successo “l’evoluzione verso il modello della wealth management company” specificando che il 50% dell’utile prima delle imposte proviene da questo tipo di servizio.

Insomma, i risultati di crescita nell’ambito della consulenza a 360 gradi non sono una novità bensì una conferma dell’efficacia di questa strategia.

 

Che cos’è il wealth management

Sono le banche come Intesa Sanpaolo a crescere di più ed ottenere risultati proponendosi come ‘partner’ dei clienti per curare la loro ‘salute’ finanziaria attraverso la gestione della ricchezza mobiliare ed immobiliare e la gestione ottimale dei risparmi.

Il punto di forza del wealth management resta la consulenza che, però, non si limita a suggerire l’investimento ideale in un certo periodo (breve o lungo che sia): deve necessariamente intervenire a tutti i livelli, dalla vendita di un prodotto o strumento finanziario alla consulenza finanziaria ed assicurativa.

I rendimenti vengono quindi massimizzati anche grazie alla riduzione dei rischi ed ogni operazione deve essere strettamente collegata agli obiettivi personali del cliente (guidato dal consulente per meglio comprendere le sue esigenze).

Il wealth management è una nuova forma di consulenza offerta sia dal personale formato dalle banche sia da studi professionali specializzati e indipendenti.

 

Intesa Sanpaolo, Unicredit, Ubi e Banco Bpm: obiettivi a confronto

Gli obiettivi di Intesa Sanpaolo tradotti in numeri sono i più ambiziosi in termini di crescita dei proventi e di rapidità dei risultati.

A fine 2017, prevede 19,2 miliardi di proventi con una crescita media annua del 6% (periodo 2014-2017). Facciamo un confronto con i piani (al 2019, considerando il periodo 2015-2019) delle altre grandi banche analizzate dallo studio:

  • Unicredit 21,8 miliardi di proventi, crescita media annua dello 0,6%;
  • Ubi 3,6 miliardi, crescita media annua dell’1,9%;
  • Banco-Bpm 5,2 miliardi al 2019, crescita media annua dello 0,4%.

Intesa Sanpaolo, rispetto ad altre banche, ha saputo incrementare e massimizzare il servizio di gestione dei risparmi ed investimenti dei clienti: ciò significa che – come afferma il CEO di Excellence Consulting, Maurizio Primanni – a crescere sono le banche in grado di trasformarsi in wealth management company le quali si occupano della ‘salute’ del cliente in tutti gli aspetti (patrimonio, asset, sfera personale, familiare, professionale).

Fonte: Adnkronos

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