#StartupSurvey: il ministero chiama, startup rispondete
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Il ministero dello Sviluppo economico, tramite l’Istat, ha spedito alle oltre 5000 startup italiane un’indagine chiamata #StartupSurvey composta da una serie di domande per capire come sono fatti gli startupper (più che le startup), quali sono le loro aspettative e soprattutto se sono soddisfatti o meno delle policy pubbliche che riguardano la loro attività. E alla fine del questionario, si chiede ai soci delle startup di esprimere dei suggerimenti su queste politiche, sui singoli strumenti e su come potrebbero essere migliorati.

C’è di mezzo l’Istat, ma non si tratta solo di numeri, anzi si può dire che questa è la prima volta in cui si fa uno studio più qualitativo che quantitativo sul mondo delle startup. «Vogliamo entrare nell’anima del fenomeno, studiarne anche l’aspetto sociologico, non solo quello macroeconomico», dice Mattia Corbetta, membro della Direzione Generale per la Politica Industriale, la Competitività e le PMI del Mise, spiegando perché nel questionario sono state inserite delle domande che puntano a capire:

  • da dove vengono gli startupper,
  • se sono davvero una nuova e giovane classe di imprenditori oppure no,
  • qual è la loro reale propensione al debito o all’equity,
  •  cosa pensano si debba fare per migliorare le politiche pubbliche a loro sostegno.

«Vorremmo capire cosa potremmo fare in più, o anche in meno. Ci mettiamo in discussione ed è una bella sfida per noi», ha aggiunto Corbetta.

Se siete soci di una startup controllate la vostra Pec. Vi sarà arrivato un messaggio dall’Istat, in cui ci sono le credenziali che servono per compilare l’indagine. Per rispondere a tutto ci vuole quasi un’ora, ma le risposte si possono salvare e il questionario si può terminare anche in momenti diversi. La deadline ufficiale per la compilazione è di 45 giorni a partire dal 31 marzo, ma c’è tempo (in extremis) fino al termine ultimo del 27 maggio.

Le politiche pubbliche sono più efficaci e rispondono meglio alle esigenze dei destinatari quando si basano sulle solide evidenze empiriche. Ecco perché l’obiettivo di questa indagine è quello di fare un passo avanti, lasciando che siano le startup stesse a far conoscere, a chi scrive le policy, alcuni aspetti più prettamente qualitativi che completano il patrimonio informativo già a disposizione grazie al sistema di InfoCamere.

L’intenzione del Mise è quella di rendere pubblici i risultati di questa indagine in maniera distinta rispetto alla relazione annuale del Ministro davanti alle Camere. Indicativamente, il termine per la pubblicazione della ricerca completa dovrebbe essere settembre, quando – oltre alla sintesi – saranno messi a disposizione di chi li vorrà analizzare anche i dati in formato aperto e naturalmente anonimizzati.

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