28 mila hotspot in Italia
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Tanti sarebbero, secondo un censimento effettuato dal Governo, i punti di accesso gratuiti alla rete presenti in tutta la penisola e attivati da enti pubblici e privati (comuni, consorzi, ma anche musei, stazioni ferroviarie ecc.) per facilitare la navigazione degli utenti, in particolar modo dei turisti stranieri, più abituati a dare praticamente per scontato questo tipo di servizio. E che restano sorpresi nel constatare come, in Italia, 28 mila hot spot significano 28 mila differenti modalità di accesso, di registrazione, di autenticazione. Insomma, una complicazione controproducente, che disincentiva l’utilizzo del web in mobilità penalizzando, per esempio, lo stesso indotto turistico: è più complicato, in una situazione del genere, prenotare un hotel online o una cena o la visita a un sito museale strada facendo.

Parte da queste considerazioni in progetto “Italia Wi-fi”, promosso dal Governo, che mira a unificare le reti Wi-fi pubbliche e private già esistenti rendendole gestibili attraverso un’unica app, oltre ad aumentare la dotazione infrastrutturale di punti di accesso Wi-fi free sul territorio e in particolare nei luoghi della cultura e del turismo. L’obiettivo, come ha spiegato Alessio Beltrame – capo della segreteria del Sottosegretario di Stato Antonello Giacomelli – è quello di «creare una sola grande rete federata, alla quale turisti e cittadini potranno accedere attraverso un’app, con una gestione centralizzata, che consentirà oltre a semplificare l’accesso dell’utente di avere una gestione unica degli accessi, che darà vita a un sistema di raccolta dati, analisi, elaborazione e messa a disposizione tramite Api per stimolare servizi pubblici e privati, informativi e dispositivi. Un sistema interoperabile in grado di garantire una gestione sicura dei dati».

Beltrame parla di “rete federata” in quanto, spiega, « la logica del progetto non è quella di costruire una nuova rete che sostituisca le esistenti, ma di definire una modalità unica di accesso, attraverso appunto la nuova app. Questa consentirà all’utente di registrarsi una sola volta (attraverso uno dei sistemi di autenticazione che verranno definiti, fra i quali Spid) e di potersi connettere, senza fornire ogni volta le credenziali, a tutte le reti locali che appartengono alla federazione».

La fase di sperimentazione, che consisterà nell’attivazione dei primi nuovi punti di accesso e delle prime reti federate, prenderà il via secondo i piani del Governo nei primi mesi del 2017, per poi sviluppare un piano di federazione delle reti presenti. «Ciò permetterà di liberare il potenziale della Fase 2 del progetto», spiega Beltrame, «con l’obiettivo di determinare le condizioni per uno sviluppo di nuovi servizi digitali per i turisti, migliorando quindi l’accoglienza e l’attrattività dell’Italia. Lo sviluppo digitale dell’industria turistica italiana è centrale per competere a livello internazionale. Il Governo ne è consapevole e si sta muovendo in questa direzione a partire dall’eliminazione dell’attuale frammentazione delle reti, incentivando la nascita di un sistema federale gestito, non a livello di singola municipalità, ma da un soggetto aggregatore pubblico, fino alla creazione di partnership pubblico-private per stimolare la creazione di nuovi servizi al cittadino».

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