550mila euro investiti finora da Unicredit in Start Up

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Circa novecento candidature ricevute ogni anno, una cinquantina di startup valutate nell’arco dei 12 mesi, 550mila euro finora co-investiti complessivamente in quattro neo imprese (Qurami, Atooma, Wibe e Travel Appeal): è il bilancio del lavoro svolto da Unicredit con le startup. Bilancio tracciato oggi 15 febbraio durante l’Open Day di Unicredit Start Lab a Milano presso l’UniCredit Tower Hall.

La giornata è stata l’occasione per presentare l’edizione 2016 del programma UniCredit Start Lab, che si chiuderà il prossimo 30 aprile 2016

All’evento hanno partecipato i mentor, gli investitori partner e alcune delle startup che hanno preso parte alle passate edizioni. Obiettivo: presentare il network, le attività e gli strumenti che il programma di accelerazione offre alle startup dei settori Life Science, Clean Tech, Digital e Innovative Made in Italy.

“Il nostro è il risultato di un lavoro corale” ha detto Paola Garibotti, Head of Country Development Plans di Unicredit, delineando in sintesi il percorso intrapreso in questi anni dalla banca a favore della neo imprenditorialità. Percorso iniziato nel 2012, quando è decollata la legislazione che ha introdotto la categoria delle startup innovative. “Dal 2012 ad oggi – ha ricordato – sono nate 5117 startup nelle quali sono stati investiti circa 494 milioni di euro, mentre 290 milioni di euro sono stati generati dal Fondo di garanzia (che consente alle startup di ottenere prestiti garantiti dallo Stato, ndr)”.

Nel quadro generale si inserisce l’attività di UniCredit Start Lab, al quale si possono candidare le startup di quattro settori (come già scritto, quelle di Life Science, Clean Tech, Digital e Innovative Made in Italy). A ciascuna viene attribuito uno scoring: per il 40% contano le caratteristiche della startup, per il 25% il mercato di riferimento, per il 20% il team proponente e per il 19% le informazioni sul business plan. Su circa 900 candidature all’anno, sono circa 60 quelle che accedono alla commissione valutatrice. In palio ci sono quattro grant in danaro, mentorship (vari protagonisti dell’ecosistema italiano fanno da mentor alle nascenti imprese) e la possibilità per le realtà ritenute più meritevoli di ricevere un co-finanziamento da Unicredit. Come accennato, ad aggiudicarsi i finanziamenti dall’istituto (in collaborazione con altri) sono stati Qurami, applicazione elimina-code ideata dall’omonima startup romana guidata dal trentenne Roberto Macina che consente all’utente di prendere il numeretto digitale da smartphone e gli offre in tempo reale informazioni su quante persone ci sono in coda prima di lui e qual è il tempo di attesa stimato; Atooma, anch’essa di Roma, piattaforma che permette lo sviluppo di sistemi capaci di interagire tra loro; Wib, e-commerce store automatico e modulare, nato in Sicilia, capace di gestire contemporaneamente centinaia di articoli differenti; e Travel Appeal, startup toscana fondata nel 2013 da Mirko Lalli che si occupa di comunicazione digitale e big data analytics per il mondo del turismo.

Tra i partner che investono con Unicredit c’è anche Invitalia Ventures, fondo di venture capital creato da Invitalia, agenzia per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa controllata dal Ministero dello Sviluppo Economico. Il suo Ceo, Salvo Mizzi, è intervenuto all’Open Day di Unicredit Start Lab, affermando che “il corporate venture è uno degli strumenti essenziali per risolvere l’attuale situazione: senza le grandi corporate è impossibile operare un’inversione di tendenza”. Il riferimento era allo scarsissimo capitale di rischio dedicato alle startup circolante nel nostro Paese.

Quanto alle attività di Invitalia Ventures, nata l’estate scorsa, Mizzi ha ricordato che ha già effettuato un primo investimento: 1,5 milioni di euro a D-Eye, startup attiva nel settore del digital health, sulla quale ha investito insieme a Innogest, Fondazione Giovanni e Annamaria Cottino e Si14, attuale azionista della società e ai manager. Ha poi preannunciato che a breve diventeranno operativi altri tre co-investimenti annunciati nei mesi scorsi. “Ci sono già i contratti” ha detto. “Riceviamo un centinaio di progetti al mese – ha aggiunto – puntiamo a effettuare 6 investimenti nel primo trimestre 2016 e altri 6 nel secondo trimestre. In Italia siamo ben strutturati nella parte dei finanziamenti seed, meno nella parte successiva”.

“È vero, c’è una death valley tra il seed round e quello successivo” è intervenuto Nino Lo Iacono, Ceo di Wib, una delle quattro startup che finora hanno beneficiato di un co-investimento da parte di Unicredit. Poi ha raccontato come si sta espandendo la sua azienda: ha in tutto 13 azionisti, ha la sede a Palermo, una sede di produzione hardware a Reggio Emilia, una che si occupa di marketing a Milano e di recente ne ha aperta una anche a New York. “Lì abbiamo chiuso un primo ordine, ci cercano nonostante abbiamo molti competitor negli Usa”.

Paola Garibotti ha poi ricordato i principali appuntamenti di Unicredit Start Lab per il 2016: l’8 marzo l’Investor Day, il 21 aprile un evento verticale  a Milano dedicato alla Smart Cities, il 24 lo stesso evento però a Bologna, il 30 aprile la chiusura per la call di Start Lab, il 3 giugno un verticale sull’Innovative, il 7 riunione della Commissione Innovative Made in Italy, il 28 della Commissione Life Sciences, il 12 luglio della Digital, il 27 della Clean-tech, il 30 settembre della Life Sciences, il 9 novembre i Mentor Day e dl 10 al 14 ottobre a Startup Academy e il Bootcamp.

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