Chiunque, oggi, è in diritto di chiedersi come verificare la solidità di una banca prima di decidere a quale istituto di credito affidare i suoi risparmi.
La nuova normativa sui salvataggi delle banche (bail-in), in vigore dal 1° gennaio 2016, ha imposto ai creditori (obbligazionisti, azionisti e correntisti) di addossarsi (in vece dello Stato) le perdite derivanti da una banca in crisi.
Una banca può ritrovarsi in difficoltà economiche per eccesso di crediti deteriorati (NPL) e non più incassabili, oppure a causa di perdite di operazioni finanziarie proprie che rappresentano un vero gioco d’azzardo o ancora per la cosiddetta corsa agli sportelli, il caso raro in cui tutti i correntisti chiedono la restituzione dei loro soldi (evenienza impossibile da sostenere per qualsiasi banca).
Il fallimento di Banca Etruria, Banca Marche, Cariferrara e CariChieti, la crisi di Monte dei Paschi di Siena e Unicredit, l’avvio della liquidazione delle banche venete Popolare di Vicenza e Veneto Banca non lasciano indifferenti nessuno e confidare nelle autorità di vigilanza non basta, non ci rende sicuri al 100%.
Dissesto, insolvenza o fallimento che sia, tutti si chiedono oggi quali sono gli indicatori che rivelano la solidità di una banca. Analizziamoli.
I due indicatori importanti: CET1 e Total Capital
I due parametri che, prima di altri, consentono a risparmiatori ed investitori di verificare la solidità di una banca sono il CET1 ratio ed il Total Capital ratio presenti nel bilancio e report periodici di una banca.
Il Common Tier Equity 1 (CET1 ratio), l’indicatore più importante, rileva il rapporto tra mezzi propri di una banca e le attività calcolate per il rischio: maggiore è questo valore, più solida sarà la banca.
Il CET1, attraverso il suo valore (l’ideale deve essere superiore al 10%), risponde alla domanda: “quali sono i rischi derivanti dalle sofferenze e con quali mezzi la banca può garantire i prestiti concessi?”.
Oltretutto, le banche online presentano un CET1 più alto rispetto a quelle fisiche.
Il Total Capital ratio comprende il patrimonio e la consistenza delle attività calcolate per il rischio: il valore ideale deve essere pari al 10,5%.
Altri parametri rivelatori della solidità di una banca
CET1 e Total Capital ratio sono i due principali indicatori (soggetti a variazioni frequenti) che organi di vigilanza come la BCE rende disponibili ad investitori e risparmiatori, ma da soli non bastano a verificare con precisione la solidità di una banca. Ne servono altri.
- La consistenza delle sofferenze, ovvero dei crediti deteriorati (è importante che non superino il 16%) avendo cura di raffrontare il totale dei prestiti con le sofferenze bancarie (NPL, Non Performing Loans);
- L’incidenza delle sofferenze nette sul patrimonio netto della banca (se superano il 100% del patrimonio è segno che la banca si trova in serie difficoltà);
- La svalutazione degli NPL sui ricavi;
- Gli accantonamenti, che devono essere maggiori di eventuali sofferenze da coprire, mostrando in questo modo una banca prudente;
- Il rapporto tra costi operatiti e ricavi (cost/income);
- La patrimonializzazione (alias Total capital ratio) adeguata perché è chiaro che un capitale alto è in grado di far fronte ai rischi (il TIER 1 indica la natura del capitale);
- La valutazione di agenzie di rating come Standard and Poor’s o Moody’s;
- Andamento dei titoli (se la banca è quotata in Borsa);
- La trasparenza dimostrata da banche che si preoccupano di mettere a disposizione i loro dati più volte ogni anno attraverso relazioni semestrali e trimestrali e non solo pubblicando l’obbligatorio bilancio annuale.
Consigli utili
Per evitare rischi, è consigliabile:
- non acquistare bond o altri titoli finanziari poco chiari o che non si è in grado di valutare;
- evitare di firmare documenti che non si afferrano appieno;
- non mantenere su un conto corrente oltre i 100.000 euro liquidi;
- aprire più conti correnti in banche differenti.