Agenzia delle entrate-Riscossione al posto di Equitalia: meglio o peggio?
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È la domanda che in queste ore si stanno facendo molti italiani. Da oggi infatti avremo a che fare con il nuovo ente. Che cosa cambia? Apparentemente nulla o quasi. Ma invece, entrando nel merito, c’è chi intravede per i contribuenti un possibile peggioramento nei rapporti con il Fisco. Ecco perché.

L’identikit di Agenzia delle entrate-Riscossione

Ma vediamo prima di tutto chi è Agenzia delle Entrate-Riscossione. Si tratta di un ente pubblico economico sottoposto a indirizzo e vigilanza del ministro dell’Economia e Finanze. E quindi, il nuovo agente di riscossione che sostituisce Equitalia Spa (51% Agenzia delle Entrate e 49% Inps) a tutti gli effetti entra a far parte della Pubblica amministrazione. Come dice lo stesso nome, sostanzialmente è un ramo dell’Agenzia delle entrate. Tranne che in Sicilia, svolgerà le funzioni di riscossione in tutt’Italia. E sostituirà Equitalia nei rapporti giuridici attivi, passivi e anche di natura processuale. Nuovo logo, nuovi moduli, nuovo sito internet (www.agenziaentrateriscossione.gov.it) e nuovo riferimento twitter (@AE_Riscossione, con i vecchi follower trasferiti in automatico). Per il resto, stesse sedi, stesso personale, e stesso call center (060101).

Più poteri di Equitalia

A ben guardare, però, questo nuovo soggetto dedicato alla riscossione delle tasse, essendo a tutti gli effetti una Pubblica amministrazione, avrà più poteri di Equitalia. In sostanza quelli ben più penetranti dell’Agenzia delle Entrate. Un esempio? Quando ci sarà da affrontare un’esecuzione forzata verso un soggetto ritenuto moroso, Agenzia delle entrate-Riscossione potrà accedere alle banche dati per verificare redditi, beni o proprietà del contribuente ai fini del pignoramento. Tra queste, l’anagrafe dei rapporti bancari e quella dell’Inps, a cui Equitalia non aveva accesso. Cosa vuol dire? Che potrà controllare conti correnti, stipendi e indennità del contribuente.

Zanetti: non è una scommessa vinta

L’arrivo di Agenzia delle entrate-Riscossione per Enrico Zanetti, segretario di Scelta Civica e già viceministro all’Economia del governo Renzi, “non può essere considerata una scommessa vinta”. Perché, continua Zanetti, “Il governo Renzi aveva assunto l’impegno ad abolire l’aggio (la percentuale incassata da Equitalia sulle riscossioni, ndr) e a rivedere le more anche a regime”. Sono obiettivi che, per il segretario di Scelta civica, Renzi di certo avrebbe raggiunto se fosse rimasto in carica. Invece, lamenta Zanetti, “Il governo Gentiloni non ha dato a tutt’oggi seguito a questi impegni. E, fino a quando ciò non verrà fatto, bisogna dire con onestà che quello che si celebra è per ora solo il cambiamento di un nome e poco altro. Vanno riformati aggio, more e, per chi non paga, ma dichiara correttamente, pure le sanzioni. Allora sì che potremo dire di aver cambiato il volto alla riscossione e fatto qualcosa di utile per gli italiani”.

Toti: si cambia in peggio

Altre critiche, ma molto più dure, arrivano dal centrodestra. È sufficiente ricordare quanto ha scritto su Facebook di Agenzia delle entrate-Riscossione il presidente della regione Liguria e consigliere politico di Berlusconi, Giovanni Toti: “Avevano promesso di cambiare Equitalia. Il Governo Renziloni ha mantenuto: cambierà in peggio. Il fisco diventerà ancora più vessatorio con strumenti da Stato di polizia fiscale. Proprio quel che serviva per dare fiducia a famiglie e imprese. Complimenti… sempre meglio!”.

Il nodo degli ex dipendenti

Ma al di là delle critiche più o meno pesanti, sul piatto c’è un’altra questione delicata sul futuro del nuovo ente di riscossione, che sarà guidato da Ernesto Maria Ruffini, già ad e presidente di Equitalia e nuovo direttore dell’Agenzia delle Entrate. È relativa agli ex dipendenti di Equitalia, che sono passati “automaticamente” da una Spa a un ente pubblico. Qual è il problema? Molto semplice: nel settore pubblico si entra per concorso (articolo 97 della Costituzione). Il Decreto legge n.193/2016, al comma 9 dell’articolo 1, ne stabilisce invece il passaggio garantendo posizione giuridica ed economica “…previo superamento di apposita procedura di selezione e verifica delle competenze, in coerenza con i principi di trasparenza, pubblicità e imparzialità”.

La spada di Damocle dei ricorsi

La norma del decreto eviterà una pioggia di ricorsi contro queste nomine e contro gli atti firmati da questi nuovi funzionari pubblici? Probabilmente no, magari anche da parte degli stessi dipendenti dell’Agenzia delle entrate per differenze nei trattamenti economici con i nuovi colleghi. E di certo c’è già chi sta affilando le armi per aprire una serie di contenziosi, che potrebbero intralciare l’attività di Agenzia delle entrate-Riscossione. Tra l’altro c’è un precedente: il pronunciamento della Corte costituzionale del marzo 2015. All’epoca la Consulta aveva dichiarato illegittime le nomine di 767 dirigenti dell’Agenzia delle entrate, proprio perché avvenute senza concorso pubblico.

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