Anche Unipol rompe i salotti

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L’ad di Unipol, Carlo Cimbri, era stato chiaro fin dal principio: l’interesse del gruppo bolognese per Fondiaria-Sai era puramente industriale e non era legato al ricco portafoglio di partecipazioni messo insieme negli anni sotto la regia di Salvatore Ligresti.

E così, dopo aver fatto uscire FonSai dal patto di sindacato della Pirelli, cedendo il 2,57% della Bicocca alla famiglia Malacalza, ieri il numero uno del gruppo bolognese ha fatto il punto sulla strategia di gestione delle partecipazioni non strategiche, come Mediobanca, Rcs e Alitalia. Per quanto riguarda Piazzetta Cuccia, dopo avere svincolato dal patto di sindacato il 3,8% in portafoglio a FonSai e Milano Assicurazioni, Unipol si appresta ora a ottemperare alle richieste dell’Antitrust, cedendo la quota entro la fine dell’anno.
Ieri Cimbri ha confermato questa tempistica, anche se ha sottolineato che, dopo che gli altri soci del patto diMediobanca hanno deciso di non esercitare la prelazione, per ora non sono state avanzate offerte da parte di altri soggetti eventualmente interessati. «Nessuno si è fatto avanti», ha affermato l’ad di Unipol e FonSai, facendo presente che sono in corso riflessioni anche sulle modalità di dismissione della quota, che potrebbe anche essere ceduta sul mercato.

Per quanto riguarda invece la quota del 5,6% in Rcs Mediagroup, che non ha subito diluizioni in quanto Unipol-FonSai ha partecipato pro-quota all’aumento di capitale, Cimbri ha affermato che il gruppo assicurativo non intende partecipare alla costituzione di nuovi patti di sindacato. «Resteremo azionisti ma con la piena disponibilità della partecipazione», ha detto il numero uno del gruppo bolognese, non chiudendo del tutto la porta a un eventuale patto di consultazione, che non implichi però eventuali vincoli alla cessione dei titoli. «Sentiremo quello che ci propongono», si è limitato a commentare Cimbri.

Per quanto riguarda il dossier Alitalia, cui FonSai partecipa con il 4,4%, l’ad della compagnia è stato netto. «Penso che gli interlocutori siano altri. Noi non abbiamo un ruolo nella società e quindi siamo un azionista passivo», ha affermato, ribadendo che la partecipazione «non è strategica». Cimbri, poi, chiarendo di parlare «da cittadino» ha osservato che «come italiano penso che una compagnia di bandiera dovrebbe essere un asset di interesse nazionale: non si può chiedere ad azionisti privati di occuparsi di un interesse più ampio».

Infine, in relazione agli asset (1,7 miliardi di premi) che la nuova Unipol-Sai dovrà cedere su richiesta dell’Antitrust. Cimbri ha spiegato che non ci sono ragioni per chiedere un rinvio all’authority. Anche se la cessione, ha concluso l’ad del gruppo bolognese, dovrà avvenire «a condizioni che devono essere di mercato».

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