Ancora conti in rosso per Fondiaria Sai

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Un bilancio di forte pulizia. Fondiaria Sai ha dovuto scontare nei conti 2012 la pesante eredità lasciata dalla precedente gestione. L’esito è un risultato netto ancora una volta in rosso, per 799,6 milioni, complice il fatto che l’andamento positivo della gestione corrente ha controbilanciato solo parzialmente la forte azione di risanamento. Sono state fondamentalmente quattro le voci che hanno gravato: la necessità di mettere mano alle riserve tecniche per 808 milioni, già rimpolpate in passato per 1,4 miliardi; la svalutazione di parte del portafoglio immobiliare per 294 milioni; la svalutazione degli avviamenti per 260 milioni; infine, gli impairment sui titoli in portafoglio che ha imposto rettifiche per 188 milioni. Più 86 milioni di impatto per il fallimento di Sinergia-Imco.

Ma non poteva essere altrimenti: gli interventi sui conti, si fa notare, andavano fatti. Tanto più che in parte sono stati frutto del colloquio costante avviato con le autorità di vigilanza, in primis Consob, a valle della presentazione del piano di integrazione avvenuta a dicembre.

Quanto agli altri risultati, la raccolta premi ha superato di poco i 10 miliardi, in leggera discesa rispetto ai 10,8 miliardi del l’anno precedente. Nei rami danni sono stati raggiunti i 6,4 miliardi (-9,1%) di premi e nel vita 3,6 miliardi (-3,8%).

Tornando alle poste straordinarie, quella che ha pesato di piu è certamente la rivalutazione delle riserve. L’intervento è conseguenza del fatto che Unipol, una volta entrata nel ponte di comando di FonSai, ha trovato una diversa metodologia di calcolo delle riserve tecniche, meno prudenziale rispetto a quella utilizzata dalla compagnia emiliana. L’aggiustamento è stato dunque la conseguenza dell’estensione a Fondiaria del medesimo metodo valutativo. Che ha portato a rivedere le riserve proprio nell’ultimo scorcio dell’anno. Solo Fondiaria Sai ha dovuto rimpolparle per 325 milioni, mentre Milano le ha arrotondate per 360 milioni. Sommando gli interventi dei mesi precedenti, si arriva a un computo complessivo di 808 milioni, contro i 653 milioni messi nel piano 2012.

Dopo la presentazione dei conti di FonSai, oggi toccherà a Unipol. I consulenti della compagnia assicurativa di Bologna hanno iniziato a lavorare su uno dei nodi più delicati dell’operazione di fusione: il rispetto degli obblighi assunti con l’Antitrust per ridurre le relazioni finanziarie con Mediobanca.

Due i grandi temi sul tavolo: da una parte la cessione del 3,83% di piazzetta Cuccia in mano alla compagnia assicurativa e, dall’altra, il rimborso del prestito subordinato da 1,1 miliardi sempre nei confronti della merchant bank milanese. Le due vicende sono attualmente allo studio dell’advisor indipendente scelto da Unipol, cioè Equita, la ex-Euromobiliare.

Entrambe le operazioni dovrebbero trovare una conclusione nella seconda parte dell’anno, quando entrerà a regime la fusione tra Unipol e FonSai. Ma alcuni paletti, secondo le indiscrezioni, sarebbero già stati definiti. In particolare, la cessione del 3,83% di piazzetta Cuccia punterebbe a mantenere gli attuali pesi e equilibri interni al patto. Resta però da definire ancora nei dettagli l’operazione, visto che non tutti i soci di piazzetta Cuccia sembrano disposti a prendersi carico delle nuove azioni Mediobanca che Unipol cederà.

Da definire, poi, c’è il destino di quella parte del 3,83%, più o meno 11 milioni di titoli, che in ogni caso non potrà essere assorbita dai soci del gruppo B, perché supererebbe i limiti previsti dagli accordi. Per quella fetta si è ragionato anche della possibilità di collocarla fuori dal patto, alleggerendo così anche il peso del sindacato nell’azionariato di Mediobanca.

Più certo, almeno nelle cifre se non sui tempi, sembra invece il rimborso del prestito subordinato da 1,1 miliardi di euro verso piazzetta Cuccia. Sembra già deciso che quest’anno verranno restituiti alla banca fino a 250 milioni di euro. Tuttavia l’operazione vedrà la luce dopo l’esecuzione dell’integrazione tra Unipol e Fonsai.

Resta da capire quali saranno le modalità del rimborso. Tra le ipotesi in circolazione, anche se al momento non ci sarebbero conferme al riguardo, ci sarebbe anche la possibilità di un’emissione obbligazionaria da parte della nuova realtà nata dalla fusione, in modo da finanziare il rimborso dei 250 milioni dovuti a Mediobanca.

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