Giornata convulsa, ieri, per Banca Carige, all’indomani dell’annuncio con cui l’istituto genovese ha reso noto che il rafforzamento patrimoniale da 800 milioni, chiesto da Bankitalia e Consob, sarà portato avanti, in primis, con l’alienazione di asset del gruppo. A partire dalle sue due compagnie assicurative, che hanno portato il risultato netto 2012 del gruppo a -63,2 milioni. Ieri, peraltro, il titolo di Carige ha perso il 2,97 per cento.
A creare qualche apprensione, anche nell’azionista di maggioranza della banca, la Fondazione Carige, sono arrivate in mattinata le parole del presidente dell’istituto, Giovanni Berneschi. Il quale ha affermato che il cda di martedì scorso «è andato bene» e l’aumento di capitale «sarà della metà, 400 milioni», rispetto al totale da recepire tra dismissioni e ricapitalizzazione. La fondazione, ha detto ancora Berneschi, «vuole tenersi il suo 47%, come è giusto», ma tutto «deve ancora essere approvato dall’assemblea dei soci». E proprio qui sta il problema, perché se davvero si prospettasse un aumento di capitale per 400 milioni, Fondazione Carige, che non intende sottoscrivere alcun aumento, avrebbe una rilevantissima diluizione della propria quota nella banca. A cercare di frenare le preoccupazioni è subito intervenuto il direttore generale di Carige, Ennio La Monica, durante un incontro con gli analisti. Il cda, ha spiegato il manager, ha detto che si dovrà «procedere prima con le dismissioni di asset e, soltanto dopo e in via residuale, con un aumento di capitale», con un apporto dalla ricapitalizzazione che «ritengo sarà veramente marginale».
Poco dopo anche lo stesso Berneschi ha aggiustato il tiro, redigendo una nota, scritta «al fine di chiarire eventuali possibili fraintendimenti». La linea della banca, afferma il presidente, «è quella espressa dal comunicato stampa diffuso (martedì sera, ndr) e che sarà sottoposta all’assemblea degli azionisti del 29 aprile. Confido che l’importo dell’aumento di capitale sia il più possibile contenuto grazie alla dismissione di alcuni asset del gruppo». Insomma, proprio la soluzione che permetterebbe alla fondazione di scendere, al massimo, di un paio di punti nel capitale della Carige.
La Monica, da parte sua, ricordando che la banca è «solida e sana», ha sottolineato che il valore delle controllate assicurative del gruppo Carige «è tra i 400 e i 600 milioni» ma che «sono valori di partenza, ai quali bisogna aggiungere il goodwill per l’accordo di bancassurance». Inoltre ha spiegato che, oltre alle cessione delle assicurazioni sarà fatta «un’analisi anche sugli immobili». Carige, infatti, ha immobili a bilancio per un valore di circa 770 milioni. Ha poi aggiunto che la banca «ha ceduto tutta la quota, che era pari allo 0,6%, in Generali, nei primi mesi del 2013», realizzando una plusvalenza di «circa 3-4 milioni». Infine ha reso noto che Bankitalia ha chiuso l’ispezione sui crediti presso Carige ma che è ancora in corso un’ispezione sull’attività ordinaria dell’istituto genovese.