Aumenta il prelievo sulle quote Bankitalia

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Nella composizione delle coperture finanziarie previste per il taglio Irpef da 6,7 miliardi sui redditi da lavoro dipendente fino a 25mila euro lordi, compresa la fascia degli incapienti (si salirà a 10 miliardi nel 2015), entra anche il maggior prelievo sulla rivalutazione delle quote di Bankitalia destinate alla vendita. Lo ha confermato il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nel corso della conferenza stampa che ha seguito il consiglio dei Ministri. Il premier non ha indicato i dettagli sull’aliquota che verrà applicata ma ha cifrato in 2,2 miliardi il maggior gettito atteso da questo aumento di tassazione e dall’aumento del gettito Iva.
Il decreto legge sarà presentato «venerdì 18 aprile – ha detto Renzi – non perché è il venerdì santo e quindi giorno di Passione ma perché necessita del passaggio del Def in Parlamento il 17 per sbloccare coperture relative all’Iva». In questa voce dovrebbe essere contenuta un’altra componente transitoria, derivante dalla mega-operazione di rimborso dei debiti della Pa ai fornitori. Se quest’anno verrà centrato il target di 13 miliardi di pagamenti effettivi, l’impatto sul gettito Iva dovrebbe sfiorare quota 1,6 miliardi.
Il decreto del 18 alzerà il velo anche sul resto delle coperture – queste tutte strutturali hanno sottolineato sia il premier sia il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan – che verranno dalla spending review. «Avevamo ricevuto da Carlo Cottarelli un documento per 6 miliardi di spending review – ha detto Renzi – ma ci è sembrato un po’ troppo». La rimodulazione di spesa dovrebbe fermarsi a quota 4,5 miliardi e comprenderà sicuramente un intervento sulla sanità che dovrebbe variare tra i 700 milioni e il miliardo. Ma non ci saranno tagli lineari, ha assicurato il premier. Anzi «in prospettiva sulla salute spenderemo di più, non di meno, perché si invecchia». Altri risparmi verranno dagli acquisti di beni e servizi e da comparti specifici come la Difesa. Per non parlare dei dirigenti pubblici e dei manager delle società controllate. Renzi ha ribadito l’applicazione del tetto massimo dello “stipendio” del capo dello Stato, ovvero 238mila euro l’anno, e ha aggiunto che si interverrà con una rimodulazione improntata a criteri di «giustizia sociale». Solo da questo intervento sono attesi 350-400 milioni di minor spesa corrente. Oltre al taglio, Renzi ha parlato della volontà di rapportare almeno il 10% della retribuzione dei dirigenti («sicuramente per palazzo Chigi, per i ministeri vedremo») a obiettivi legati al sistema Paese: «Stiamo valutando degli indici: uno è quello del Pil, altri provengono dall’Istat, dall’Ocse, dalla Banca Mondiale». Con l’operazione “sforbicia Italia” la spending verrà estesa alle società municipalizzate, a una serie di enti giudicati inutili (a partire dal Cnel) e ai trasferimenti agli organi costituzionali: «Accettino anche loro il tetto – ha detto Renzi – perché sarebbe un atto di serietà se i segretari generali di Camera e Senato si riducessero lo stipendio in piena autonomia».
A completare il quadro delle coperture, ma questa volta per il taglio Irap, resta l’aumento del prelievo sulle rendite finanziarie (escluse quelle legate ai titoli di Stato) con l’aliquota destinata a salire al 26%. Il gettito atteso è di 2,6 miliardi su base annua.

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