“A lungo abbiamo lavorato all’acquisto di una banca private del nord, la Cesare Ponti, ma poi la controllante Carige ha deciso di non procedere alla vendita e così, malgrado abbiamo fatto l’offerta più alta, questa non è andata a buon fine”, ha spiegato l’a.d. Arturo Nattino illustrando ieri il piano industriale 2015-2017, varato a fine luglio. Il reclutamento sarà dunque “la chiave di volta del piano per la parte mobiliare; mentre per l’immobiliare prevediamo di aumentare il numero dei fondi per crescere nelle masse”, ha proseguito Nattino. In ogni caso, ha precisato il manager, se ci saranno altre opportunità di crescita esterna “le valuteremo, ma non sono sul tavolo. Se ci dovesse essere un’altra Cesare Ponti la valuteremo, ma ora non è allo studio”.
Per il triennio 2015/2017, Banca Finnat punta a una crescita della raccolta indiretta, da clientela private, superiore a 400 milioni di euro con l’inserimento appunto di 19 nuovi private banker da aggiungere all’attuale team di 31. Le masse totali sono viste in aumento a un tasso medio annuo del 9% per raggiungere i 17 miliardi di euro dai 13 miliardi registrati a fine giugno, mentre la raccolta indiretta dovrebbe passare dai 4,6 miliardi di fine giugno a 5,5 miliardi al 2017 per effetto della crescita del risparmio gestito. Quanto al margine di intermediazione dovrebbe raggiungere a fine piano quota 71,6 milioni con un cost/income ratio al 70,8%, mentre l’utile netto attestarsi a 8,8 milioni (roe al 3,9%). Il management della banca ha anche previsto che il Tier 1 ratio e il Total Capital ratio si manterranno su livelli elevati, raggiungendo entrambi a fine 2017 il 27% circa
Banca Finnat ha chiuso il primo semestre del 2104 con un utile netto di 4,13 milioni di euro +88,9% su anno e con un margine di interesse in calo del 28,7% a 4,99 milioni di euro.