Banca Marche, adesso si volta pagina. Cda, si dimettono presidente e vice

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BANCA MARCHE IN ROSSO, altro Cda fiume conclusosi stavolta con le attese dimissioni del presidente Lauro Costa e del suo vice Michele Ambrosini: «A conclusione dell’iter di approvazione del nuovo piano industriale e del progetto di rafforzamento patrimoniale — affermano dallo stesso istituto di credito — presidente e vice hanno presentato le dimissioni ad effetto immediato per favorire il rinnovamento della governance dell’istituto». L’effetto delle dimissioni che non riguardano però Giuliano Bianchi (anche lui in carica nel Cda precedente, sotto accusa per il rosso di bilancio di 518 milioni di euro) è immediato, in vista dell’assemblea ordinaria di martedì prossimo, dove sarà messa ai voti l’azione di responsabilità proposta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Macerata e a cui potrebbero accodarsi alcuni azionisti privati.

A pesare sulle dimissioni di Costa e Ambrosini, di cui da settimane oramai si parlava, anche la grande assemblea di 1.200 dipendenti del gruppo (oltre un terzo del totale) lunedì scorso, al Palatriccoli di Jesi. Ora la Carima dovrà individuare un nome che andrà a sostituire Lauro Costa e la Fondazione di Pesaro quello di Michele Ambrosini. Il presidente della Fondazione di Pesaro Gianfranco Sabbatini, appresa la notizia delle dimissioni, sottolinea la «grande sensibilità dimostrata dal dottor Lauro Costa e dall’avvocato Michele Ambrosini che, con questa decisione, hanno ritenuto di compiere un gesto di servizio per la banca».
IN ATTESA del rinnovo della governance le funzioni di presidente del Cda (ora 9 componenti), sono affidate a Federico Tardioli, espressione della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi. I due sostituti potrebbero fare il loro ingresso durante l’assemblea straordinaria che sarà convocata tra fine maggio e inizio giugno per approvare l’aumento di capitale definito ieri dal Cda. Aumento che è stato quantificato in 250 milioni di euro, suddivisi a metà (125 milioni) tramite emissione di nuove azioni ordinarie e il resto mediante bond (obbligazioni) convertibili. «Ciascun azionista — spiegano da Banca Marche — avrà il diritto di sottoscrivere pro-quota un pacchetto inscindibile composto da azioni e da obbligazioni convertibili subordinate nel rapporto che sarà stabilito una volta definite le caratteristiche puntuali dell’offerta, ferma restando la possibilità per ciascun socio di esercitare anche solo parzialmente i diritti di opzione». L’operazione di aumento di capitale permetterà a Banca Marche di «aumentare il proprio livello di capitalizzazione afferma la nota —, generando le condizioni per un importante consolidamento della qualità primaria del patrimonio».
INTANTO si è appena costituita l’associazione azionisti dipendenti e pensionati del gruppo: «Difendiamo Banca Marche», presidente Sandro Forlani. Obiettivo: «Preservare l’autonomia, il radicamento nei territori in cui è presente il gruppo Banca Marche e rafforzare il legame fra lo stesso, i dipendenti e i territori di riferimento, tutelare l’occupazione presente e generarne dell’altra».

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