Banca Mediolanum firmerà un nuovo patto di sindacato entro i primi tre mesi del 2016
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L’operazione è propedeutica alla scissione proporzionale dell’accomandita di famiglia, la Sapa, e degli affari “non core” del gruppo, tutto quello cioè che non è rappresentato dal 26,43 di Mediolanum.

Dell’operazione si parla dall’autunno del 2014 quando la banca d’Italia impose a Fininvest di cedere il 20% della banca dopo che Berlusconi aveva perso i requisiti di onorabilità.

La riorganizzazione parte da tre assunti fondamentali: il passaggio generazionale da Ennio a Massimo Doris, la necessità di dare forma giuridica al concerto tra le varie parti della famiglia nella gestione della quota Mediolanum e l’esigenza di non attribuire a nessuno il controllo sul pacchetto di Basiglio. Anche Massimo Doris sarà primus inter pares perché in caso di parità lo schieramento di cui fa parte avrà la maggioranza.

Le proprietà immobiliari, dunque, insieme alla società agricola di Tor Viscosa finiranno in un’altra società che resterà alla famiglia, ma fuori dai riflettori. La vecchia Fin. Prog Italia a questo punto sarà divisa tra i quattro Doris (Ennio, Lina, Massimo e Sara) secondo le quote che già anno ora.  Alla fine di tutto, dovrebbe restare la Fin. Prog con il 13% di Mediolanum e altre due newco con il 6,5% a testa. L’obiettivo è di non dare a nessuno più del 20%, percentuale che porterebbe la Sapa sotto gli occhi di Bankitalia. Oltre a queste tre accomandite, gli altri soci saranno Ennio (nella foto con la moglie) come persona fisica (3,189% di Banca Mediolanum), la moglie Lina (3,29%), la figlia Sara (1,96%) e Massimocon la stessa quota della sorella. Fin. Prog ha chiuso il bilancio 2014-2015 con un utile di 34,2 milioni , la cui voce principale è quella dei proventi da partecipazioni pari a 40,3 milioni di euro.

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