BANCA POPOLARE DI SPOLETO, PERSI OLTRE 100 MILIONI IN POCO PIÙ DI DUE ANNI

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Il commissariamento di Bps ed Scs volge al termine. Il prossimo 17 giugno, in seconda convocazione, si terrà l’assemblea straordinaria dei soci che dovrà approvare l’aumento di capitale proposto dai tre commissari straordinari, nominati da Bankitalia l’8 febbraio dello scorso

anno ed insediatisi il 12, a seguito – si legge nella relazione – delle “perduranti e gravi irregolarità nell’amministrazione e gravi violazioni delle disposizioni legislative e regolamentari a presidio dell’attività bancaria”. I tre, due giorni fa, hanno pubblicato la relazione illustrativa ai sensi di legge, per motivare l’imminente aumento di capitale che ridisegnerà, gioco forza, i nuovi equilibri all’interno della Banca Popolare di Spoleto. Dopo aver descritto l’incapacità dell’attuale socio di maggioranza, la Spoleto Credito e Servizi (anch’essa, come noto, in amministrazione straordinaria con gli stessi tre commissari, ndr), di garantire alla banca l’adeguata stabilità economica, i tre uomini di Bankitalia ripercorrono le tappe che hanno portato alla scelta di Banco Desio come nuovo socio di maggioranza della Banca Popolare di Spoleto. L’operazione si perfezionerà attraverso l’aumento di capitale, da 139 milioni di euro, che l’istituto brianzolo verserà nelle casse Bps entrando, di fatto, da padrone nella banca spoletina. Oltre a questo aumento ne è previsto un altro, riservato ai dipendenti della Popolare, per un massimo di 15 milioni e mezzo di euro. Questi ultimi potranno acquistare azioni Bps al prezzo nominale di 1,812 euro ciascuna.

Ma sono i numeri relativi alla banca spoletina a destare le maggiori preoccupazioni e perplessità. Se, infatti, l’esercizio del 2012 aveva fatto registrare perdite per quasi 32 milioni di euro, durante l’anno di commissariamento la banca ha continuato a regredire, perdendo altri 71 milioni e 900 mila euro a fine esercizio, cui si devono aggiungere i 3 milioni e 725 mila euro di disavanzo per il primo trimestre 2014, per un totale che – dal primo gennaio 2012 ad oggi – sfiora i 108 milioni, cui volendo si possono aggiungere i quasi 12 perduti nel 2011, il che porta la cifra a 120 milioni in poco più di tre anni.

I soldi freschi in arrivo da Desio e Brianza riporteranno gli indici della Bps di nuovo competitivi e, soprattutto, tollerabili dal mercato. Le previsioni degli ormai quasi ex commissari sono positive: dopo l’operazione risanamento, la Bps dovrebbe tornare ad avere tutti i parametri in regola per riprendere la propria attività di banca interregionale. L’assemblea del 17 giugno approverà i due aumenti di capitale e provvederà ad eleggere il primo consiglio d’amministrazione della nuova Banca Popolare di Spoleto, cui spetterà il compito di riprendere le normali attività d’impresa e di dettare il futuro dell’istituto spoletino.

Infine, i commissari hanno anche individuato le nuove percentuali quote di proprietà spettanti ai soci azionisti della Banca, a seguito dell’aumento di capitale riservato a Baco Desio ed in funzione dell’emissione di nuove azioni in favore dei dipendenti Bps. Il Banco Desio e della Brianza avrà il controllo assoluto della banca, avendo acquistato una fetta di torta compresa tra il 66,8 e il 72,2%; la Spoleto Credito e Servizi scenderà da circa il 52% al 13,2-14,2%; il Monte dei Paschi dovrebbe attestarsi tra il 6,7 e il 7,2%; la Coop Centro Italia tra lo 0,5% e lo 0,6%; Nicolini e Patacconi entrambi tra lo 0,6 e lo 0,7%; altri soci tra il 4,1 e il 4,4%. Gli intervalli tra i valori massimi e quelli minimi previsti sono, appunto, in funzione della sottoscrizione dei dipendenti della Banca Popolare, cui è riservato un massimo del 7,5% del pacchetto azionario.

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