Banche: no alle nuove regole di Bankitalia

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Il ruolo del presidente, quanti devono essere i consiglieri e il ruolo di quelli indipendenti, infine le norme più sofferte sulle popolari, con la questione annosa delle deleghe e del voto a distanza. Le banche italiane rispondono punto per punto alla bozza della Vigilanza con le nuove disposizioni sulla governance degli istituti di credito: il documento, approvato mercoledì dal comitato esecutivo dell’Abi, ieri sera è stato consegnato in Via Nazionale dal direttore generale Giovanni Sabatini.
Dal testo, che Il Sole 24 Ore ha potuto consultare, emerge una certa distanza tra la posizione di Bankitalia e quella degli istituti su buona parte dei punti nodali toccati dalla nuova disciplina. Come noto il tema è delicato, non a caso la fase di consultazione sul documento, pubblicato a metà dicembre, è stata dilatata di quasi dieci giorni, spostando a ieri il termine per elaborare e consegnare le osservazioni. Un processo tecnicamente impegnativo che ha generato un dibattito acceso tra i banchieri, come peraltro emerso durante la riunione Abi di mercoledì e dalle dichiarazioni che ne sono seguite.
Il ruolo del presidente
Il primo punto toccato dal documento Abi è dedicato alla figura del presidente. Sì, perché l’associazione non condivide la scelta della Vigilanza di cancellare la facoltà di rivestire eccezionalmente «compiti di supplenza dei componenti esecutivi». Se le banche concordano sul principio in base al quale il presidente non deve svolgere funzioni gestionali, ritengono al tempo stesso che debba poter «assumere, in casi eccezionali e di urgenza, decisioni di supplenza degli organi amministrativi». Di più: «numerose criticità», si legge sul documento, sono sollevate dalla scelta di escludere il presidente o al massimo di confinarlo «a un ruolo di mero invitato» nel comitato esecutivo, senza diritto di voto; visto che alla figura apicale spetta il ruolo di garante del buon funzionamento del board, è a quest’ultimo – ragionano le banche – che andrebbe assegnato addirittura il compito di coordinarne i lavori.
La composizione dei board
Bocciata anche buona parte delle norme sui consigli. Sia là dove si pone il tetto di 13 componenti (le banche fanno notare che le esigenze sono molto diverse e più dei numeri conta l’efficienza dei cda) sia dove si chiede che almeno un quarto dei consiglieri sia indipendente e non esecutivo. Anche in questo caso, l’Abi chiede norme meno rigide, e che le diposizioni – nella versione definitiva – prevedano indipendenti «in numero adeguato» alle dimensioni dell abanca e dello stesso board. Pollice verso anche sui requisiti richiesti ai consiglieri: sul punto il documento della Vigilanza scende nei dettagli, ma secondo le banche ai componenti dei board si chiedono troppe competenze su gestione e controllo dei rischi e troppo poche quanto a visione strategica, approccio all’innovazione e nuove tecnologie.
Le popolari
Anche le prescrizioni sulle banche cooperative – si veda, al riguardo, Il Sole dell’11 gennaio – si sono rivelate piuttosto indigeste. Di qui le osservazioni puntuali contenute nel documento, che sia nel merito che nel metodo richiamano la lettera inviata la settimana scorsa dai Parlamentari a Bankitalia: sul numero massimo di deleghe, che la Vigilanza chiede di portare a cinque, e sulla possibilità di prevedere il voto a distanza, il documento Abi è lapidario: il codice civile, fa notare, fissa altri paletti e per questo le richieste di Via Nazionale vengono nei fatti considerate irricevibili.

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