Banche e banchieri per la ricostruzione
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“I lunghi anni di crisi che ci stiamo lasciando alle spalle hanno dimostrato, tra molteplici aspetti, la capacità delle banche italiane di mantenersi solide, efficienti e innovative riuscendo al contempo a sostenere le esigenze finanziarie delle imprese e delle famiglie in uno sforzo corale per il rilancio dell’economia”.
È questa la cornice con cui il Presidente dell’ABI, Antonio Patuelli, tratteggia il ruolo del mondo bancario italiano quale “motore” al servizio dello sviluppo e della crescita economica, ieri come oggi, nel volume pubblicato da Bancaria Editrice “Banche e banchieri per la ricostruzione – I protagonisti della nuova ABI nel 1945”.

La pubblicazione presentata ieri a Roma si inserisce nel quadro delle numerose iniziative realizzate nel corso del 2015 per la ricorrenza dei settanta anni dell’Associazione Bancaria Italiana. Un volume articolato in 32 “medaglioni” nei quali vengono illustrate le caratteristiche di alcuni fra i banchieri che hanno fatto parte di “una comunità bancaria nazionale protagonista – prosegue Patuelli – anche attraverso l’Associazione, della storia del tempo, coraggiosa, motore della rinascita e del progresso culturale, sociale ed economico dell’Italia”.

Una sequenza di prestigiose testimonianze e analisi che partendo dall’Assemblea di ricostituzione della “nuova” Associazione Bancaria Italiana e l’approvazione dello Statuto – il 12 settembre 1945 – delineano, anche alla luce dei primi concreti slanci europeisti, il contributo alla ricostruzione postbellica ed al conseguente “boom” economico.
Infatti “il successo della ricostruzione – come scrive il Direttore Generale dell’ABI, Giovanni Sabatini – dipendeva dunque in buona parte dalle capacità del sistema bancario di svolgere un’efficace opera d’intermediazione in un momento in cui esso era stato non solo duramente colpito sul piano finanziario, delle strutture tecniche, degli uomini, ma anche privato di qualsiasi forma di rappresentanza. La ricostituzione dell’ABI rispondeva proprio all’esigenza di dare una rappresentanza unitaria e democratica dell’intero settore, e di elaborare un pacchetto articolato di idee e proposte per rafforzare il ruolo delle banche nell’economia nazionale”.
La lettura evidenzia un “filo conduttore” nel rinnovato ruolo delle banche italiane per lo sviluppo che, nell’era dell’Unione bancaria europea, necessita di parità di condizioni competitive per non rallentare quella centrale funzione di sostegno che sta accompagnando famiglie e imprese fuori dalla crisi.
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