Banche e clienti: sugli sconfinamenti dalla padella alla brace

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È una commissione “lunare”! Altro che onere semplice, ragionevole e trasparente, come avrebbe voluto il legislatore quando a dicembre ha scritto l’articolo 117-bis del Testo unico bancario (Tub). Con il decreto del Cicr, emanato d’urgenza il 30 giugno, la struttura della commissione d’istruttoria veloce sugli sconfini ha manifestato tutta la sua complessità, al punto di ingarbugliare le scelte operative delle banche ancor prima di comprometterne la comprensione dei clienti. Una cosa però è ormai certa. Da luglio per i nuovi contratti e dal 1° ottobre per i rapporti già in essere (le comunicazioni di modifica unilaterale dovevano essere consegnate ai clienti entro il 1° agosto), i costi degli sconfinamenti, già molto criticati, stanno registrando aumenti ingiustificati. Circostanza questa che è incompatibile con il ricorso alla procedura semplificata prevista dall’articolo 118 del Tub. Per il provvedimento del Cicr, infatti, è il mero adeguamento dei contratti a quanto previsto dall’articolo 117-bis a costituire giustificato motivo. Insomma, sta bene l’adeguamento contrattuale per le vie brevi, ma senza peggiorare il quadro complessivo delle condizioni applicate agli sconfini.

Basta scorrere i nuovi fogli informativi per ricavarne l’impressione che le scelte delle banche siano in prevalenza finalizzate a fare cassa. Come? Generalizzando l’applicazione della commissione d’istruttoria veloce (Civ) a tutti i nuovi o maggiori sconfinamenti. Sopprimendo o riducendo le franchigie d’irrilevanza degli sconfini. E, infine, rimuovendo o innalzando i massimali trimestrali dell’onere addebitabile al correntista. Dopo le incertezze applicative di inizio luglio, che avevano suggerito ad alcune banche (Unicredit, Intesa-Sanpaolo e Mps) di azzerare l’onere, alla generosità di circostanza subentra evidente la determinazione di incrementare i ricavi. Con la sola eccezione di banca Intesa che, per il momento, conferma l’esenzione dalla Civ e inasprisce il tasso di sconfino (19,875%) indicizzandolo al tasso soglia usura meno due punti percentuali.

Proviamo a metterci dalla parte dei correntisti e prendiamo a riferimento il c/c ordinario di banca MPS (foglio informativo aggiornato al 26 luglio 2012), una delle banche che ha inasprito le condizioni rimuovendo sia il massimale trimestrale, sia la franchigia minima di sconfino, e introducendo la Civ anche sui conti affidati. La commissione d’istruttoria veloce è pari a 50 euro, sia per gli extrafidi che per gli utilizzi in scopertura. Si applica per ogni “evento” di sconfinamento, vale a dire “per ogni attività istruttoria effettuata per la valutazione della concessione anche se ulteriore rispetto ad altri in precedenza accordati”. Traduciamo: si applica, a prescindere dall’importo, per ogni sconfinamento nuovo o incrementativo del precedente. Per il Cicr le procedure interne devono individuare i casi in cui è svolta un’istruttoria veloce, ma le procedure della banca semplificano: sempre, per ogni sconfinamento. Anche perché la banca non contempla importi o soglie minime d’incremento dello sconfinamento, come faceva in precedenza e come fanno, invece, altri intermediari.

Sempre la legenda chiarisce che, per identificare lo sconfinamento rilevante, bisogna riferirsi al saldo disponibile del conto, non a quello contabile (data di registrazione) o per valuta (data di decorrenza degli interessi). Si tratta di un’informazione non fornita negli estratti conto trasmessi alla clientela, ma lo dovrà essere in futuro, anche perché il decreto (ma non il foglio informativo) precisa che se lo sconfinamento è solo sul saldo per valuta, non sono applicati né la commissione d’istruttoria veloce né il tasso di sconfino. Sono invece specificate l’esclusione dalla commissione per gli sconfinamenti pari o inferiori a euro 500 aventi durata non superiore a sette giorni consecutivi (per un solo sconfino in ogni trimestre solare) e l’esenzione per quelli generati da pagamenti a favore della banca.

Alla fine, si possono tirare le somme. I correntisti pagheranno un onere di 50 euro per ogni sconfinamento rispetto al saldo disponibile giornaliero (che al momento non è rendicontato), anche se di importo minimo, ma solo se nuovo o incrementativo del precedente e non determinato da pagamenti a favore della banca. Lo dovranno pagare anche sugli extrafidi, mentre in precedenza non pagavano nulla. La banca ha tolto la franchigia minima di sconfino e, soprattutto, ha rimosso il tetto massimo trimestrale della commissione fissato a 100 euro. Questo vuol dire che, per contenere l’onere ed evitare sorprese, i clienti potranno contare solamente sulla loro forza contrattuale e, alla fine del trimestre, sui tassi soglia dell’usura. Per Bankitalia, invece, a calibrare il costo ci penseranno la concorrenza e le verifiche di vigilanza sulla conformità dei comportamenti e delle procedure interne degli enti creditizi, con la promessa che la tutela della clientela non sarà sacrificata sull’altare della stabilità delle banche. Vedremo.

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