Banche e terrorismo o banche e riciclaggio di denaro sporco

Quello che è stato definito il più disastroso tra gli “accordi del secolo” è costato a Barclays 72 milioni di sterline: a tanto ammonta la maxi multa comminata dalla FCA (Financial Conduct Authority) al colosso bancario britannico.

L’accusa è di non aver fatto nulla per accertarsi che determinate transazioni a favore di clienti ricchi e potenti, “persone esposte nel mondo della politica“, non avessero una natura criminale. Basta dire che nei vari trasferimenti di denaro previsti nell’accordo gigantesco (per le sue dimensioni chiamato maxi-elefante) i nomi “venivano omessi”.

Il sito della FCA inglese spiega il motivo della sua decisione.

Il Financial Conduct Authority ha comminato una multa di 72.069.400 sterline a Barclays per non essere riuscita a minimizzare il rischio di facilitare i crimini finanziari. Il riferimento è a una transazione del valore di 1,88 miliardi di sterline che Barclays ha organizzato ed eseguito tra il 2011 e il 2012 a favore di alcuni clienti dotati di un patrimonio netto molto elevato. I clienti erano persone esposte alla politica e dunque sarebbe stato necessario sottoporle a maggiori controlli e due diligence da parte di Barclays.

Barclays, sempre secondo le autorità, “non si è attenuta alle procedure standard, preferendo piuttosto soddisfare i clienti il più velocemente possibile, guadagnando così commissioni per 52,3 milioni di sterline”. La transazione ha avuto per oggetto investimenti in strumenti finanziari garantiti da warrant e bond di terze parti. Si è trattato della “principale transazione di questo tipo che sia stata eseguita da Barclays” a favore di individui.

L’Autorità di controllo precisa che le indagini non hanno portato all’individuazione di alcun crimine finanziario ma si sottolinea come Barclays sia arrivata ad adottare un comportamento inaccettabile, tutto per aggiudicarsi l’affare di questi clienti. Addirittura:

“Barclays ha concordato di tenere segreti i dettagli della transazione, anche all’interno della stessa banca, raggiungendo un accordo per risarcire i clienti fino a 37,7 milioni di sterline, nel caso in cui non fosse riuscita a rispettare l’accordo di natura confidenziale”. Questa “è la multa più grande mai inflittadalla FCA o dalla commissione precedente FSA per la mancata adozione di misure volte a minimizzare i rischi di crimini finanziari”.

Praticamente, il colosso non ha fatto di nulla per accettarsi che le transazioni non fossero finanziamenti al terrorismo o ad altre attività criminali.  Non si sa nulla al momento sui clienti coinvolti. Tuttavia, è il mistero che ha avvolto la faccenda a destare sospetti, dal momento che solo pochi dirigenti senior conoscevano l’identità dei clienti, o addirittura erano al corrente dell’esistenza dell’accordo.

L’accordo – ribattezzato da uno stesso manager della banca ‘l’accordo del secolo’ – si è basato sulla creazione di una struttura complessa di fondi del valore di 1,88 miliardi di sterline, che avrebbe dovuto versare regolarmente e per decenni finanziamenti a un gruppo di individui collegati tra loro tra rapporti di politica.  Non solo Barclays non ha rafforzato i controlli, ma li ha addirittura allentati.

Dal momento che all’interno della banca di norma gli accordi di un valore superiore a 20 milioni di sterline venivano chiamati in gergo “elefanti”, in questo caso si è parlato di un “maxi-elefante” che tra l’altro, in base al rapporto della FCA “è stato riconosciuto da alcuni all’interno di Barclays come una transazione che aprebbe potuto aprire una porta, ovvero che avrebbe dato opportunità di business significative a Barclays”.

La FCA ha sottolineato:

“Grandi transazioni non sono di per sé problematiche. Ma se le aziende non adottano misure adeguate di EDD (enhanced due diligence, ovvero due diligence rafforzata) e se successivamente si scopre che i fondi investiti erano legati ad attività criminali o terroristiche, il danno che potrebbe essere causato all’integrità del sistema finanziario e alla società britannica potrebbe essere molto significativo”.

La stessa Barclays ha tra l’altro definito i clienti nei suoi documenti interni come “Sensitive PEPs – high-risk politically exposed persons – persone esposte alla politica ad alto rischio. E ciò indica che gli individui in questione rappresentano un “rischio o un’esposizione maggiori di essere legati alla corruzione in quanto, per esempio – scrive la FCA – risiedono o vivono in paesi ad alto rischio, occupano ruoli senior particolari o operano in un settore che è particolarmente suscettibile a episodi di corruzione”.

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