Banche europee hanno bisogno di 1.200 miliardi

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Dall’apice della crisi finanziaria nell’Eurozona il pericolo di un crac bancario è diminuito, senza tuttavia essere del tutto sparito. Anzi in giugno è persino tornato ad aumentare. L’allentamento delle pressioni sui titoli di Stato dei paesi cicala del Sud d’Europa, tra cui l’Italia, ha contribuito a ridare momentaneamente una boccata d’ossigeno al settore.

In un’analisi di questo tipo, quello che sfugge spesso è che se i prezzi del debito e i rendimenti dell’area periferica sono tornati su livelli sostenibili, è paradossalmente anche grazie al fatto che le stesse banche si sono riempite la pancia di titoli pubblici nazionali. Creando un rischio sistemico interno.

In caso di crisi – che si materializza con un ribasso dei valori di mercato del 40% – le banche del Vecchio Continente avrebbero bisogno di ricapitalizzarsi rastrellando 1.200 miliardi di euro. Il problema è che gli investitori ancora non hanno ritrovato la fiducia nel settore europeo.

Come spiega al quotidiano svizzero Le Temps il professore di Finanza dell’Università di Losanna, Michael Rockinger, gli istituti in maggiore pericolo sono quelli francesi, che avrebbero bisogno di 280 miliardi in caso di crisi.

Se in Borsa la performance dei titoli è stata decente per la maggior parte delle banche, gli investitori ancora non si fidano. Il rapporto medio del prezzo rispetto al valore reale e’ inferiore a 1: cio’ significa, come fa notare L’Economist, che i trader considerano le banche come dei morti viventi.

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