Banche svizzere: un anno sull’altalena

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Il 2012 passerà alla storia del sistema creditizio elvetico come uno dei periodi più movimentati della lunga storia bancaria svizzera. A partire dalle dimissioni del banchiere centrale Hildebrand fino alla revisione del segreto bancario nazionale, l’anno è stato contraddistinto per un radicale mutamento delle fondamentali che hanno caratterizzato il comparto negli ultimi decenni.

A costituire un duro colpo per l’immagine del sistema bancario nazionale, oltre alle dimissioni di Hildebrand, sono state le continue indagini che le autorità internazionali (in particolar modo statunitensi) hanno effettuato su una buona schiera di aziende di credito locali, come le più note Credit Suisse e Julius Bar.

È poi venuta la volta delle intese sul segreto bancario e sulla tassazione dei capitali con Regno Unito e Austria, e alle mancate strette di mano con la parte tedesca. Quindi, è venuto il momento della ristrutturazione delle più importanti banche d’affari e, in ultimo, il rischio di una forte riduzione dei posti di lavoro.

Insomma, il 2012 è andato in archivio nel peggiore dei modi. Ma il 2013 riuscirà ad esser concretamente migliore?

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