Banco Popolare, via all’aumento

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L’aumento da 1,5 miliardi del Banco Popolare è pronto a partire. Da lunedì, in linea con la tempistica preannunciata dall’a.d. Pier Francesco Saviotti, agli azionisti dell’istituto saranno offerte 17 azioni ogni 18 possedute al prezzo di 9 euro ciascuna. Di fatto, i titoli del Banco saranno sul mercato con un sconto del 30,7% rispetto a un Terp (il prezzo teorico dopo lo stacco del diritto di opzione) pari a 12,99 euro, calcolato sui prezzi di chiusura di mercoledì. A comunicarlo ieri, a mercati chiusi, è stata la banca, che nel pomeriggio ha ottenuto il disco verde dalla Consob alla pubblicazione del prospetto. Nel contempo, è stata annunciata la tempistica relativa all’aumento. I diritti di opzione saranno negoziabili su Mta dal 31 marzo fino al 10 aprile mentre per il loro esercizio c’è tempo fino al 17 aprile.

Con quello del Banco Popolare inizia così la lunga stagione degli aumenti di capitale degli istituti italiani: un round di ricapitalizzazioni da oltre 8 miliardi complessivi che, nel corso del 2014, permetterà alle banche di rafforzare il patrimonio in vista degli esami europei, dall’Asset quality review della Bce agli stress test dell’Eba. In questa corsa ai capitali, il Banco Popolare ha deciso di muoversi d’anticipo. E ha annunciato a sorpresa a fine gennaio una ripatrimonializzazione che, nei piani, porterà il Cet1 Ratio “fully phased” al 10% circa, a fronte di una soglia dell’8% fissata dalla Bce.
Resta ora da capire cosa succederà al prezzo del Banco. L’effetto diluitivo già oggi potrebbe iniziare a farsi sentire, nonostante l’offerta scatti da lunedì. Teoricamente, il prezzo dell’azione (ieri la chiusura è stata a 16,83 euro, +0,48%) dovrebbe allinearsi al prezzo teorico, ovvero 12,99 euro. Uno scivolone del titolo è insomma da mettere ragionevolmente in conto.
Tuttavia la fase in cui si trovano i mercati è a dir poco anomala. E la reazione (controintuitiva) delle ultime settimane dei listini lo dimostra: anzichè scendere, il titolo del Banco ha infatti guadagnato l’11% circa dal giorno dell’annuncio dell’aumento, datato 24 gennaio. Il movimento del titolo – peraltro comune a quello di tanti altri titoli bancari sotto aumento di capitale – si può spiegare con il fatto che molti investitori abbiano comprato perchè convinti che all’orizzonte possa esserci una rally. In molti mettono in evidenza la sottovalutazione delle quotazioni del settore: secondo Deutsche Bank, le banche italiane presentano un rapporto tra prezzo e valore di libro per il 2014 pari a 0,82 volte, un valore inferiore anche a quello delle banche greche (1,54x) e spagnole (1,45x).
Ecco perchè, secondo alcune letture, al netto di qualche oscillazione momentanea, il titolo del Banco potrebbe anche non subire eccessivi scossoni. «Chi ha puntato sul titolo perchè è convinto di una ripresa del settore bancario italiano o perchè punta sul valore del titolo specifico – spiega un analista di una grande banca di investimento – può ignorare l’incidenza dello sconto».
Ieri la banca veronese ha anche rivisto il concambio fissato con il Creberg in seguito all’esercizio della delega sull’aumento di capitale per tener conto del raggruppamento delle azioni avvenuto lo scorso 10 marzo. Ai soci della controllata verranno assegnate 1,412 azioni per ogni titolo della banca bergamasca.

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