Bassanini: “Pago lo stop a Unipol-Bnl”

Franco Bassanini risponde al telefono di casa. Trascorre la domenica tranquillamente anche molti lo chiamano in causa per la vicenda del Monte dei Paschi: Vincenzo Visco, Luigi Berlinguer, Ugo Sposetti. È il suo partito a mettere l’attuale presidente della Cassa Depositi e Prestiti sul banco degli imputati con una serie di affermazioni oblique.
Ha letto? Il tesoriere dei Ds sembra collegare il suo nome alla massoneria.
«Alludeva ad altri, credo. Certamente, non a me. Nessuno al mondo può sostenere che io sia massone ».
Perché Visco e il mondo dalemiano puntano il dito contro di lei?
«È una storia già scritta e approfondita dai giornali nel 2005. Hanno ancora il dente avvelenato dai tempi in cui il Monte dei Paschi non si allineò a un’operazione che era molto cara al gruppo dirigente».
La scalata di Unipol a Bnl?
«Esatto».
Ma il suo rapporto strettissimo
con l’istituto di Siena non è una fantasia.
«Non mi occupò più di vicende senesi dal 2006, da quando non sono stato più eletto in quel territorio ».
Però conosce bene il Monte e il groviglio di interessi che ruotano intorno alla banca. Perché non ne parla?
«Da marzo in poi sono disponibile per qualsiasi chiarimento. L’ho spiegato anche nella lettera a
Repubblica.
Certi argomenti vanno tenuti fuori dalla campagna elettorale. Perciò condivido la posizione
di Monti e Bersani: sono temi che vanno discussi con calma».
A dir la verità i due candidati se le danno di santa ragione.
«Campagna elettorale. Ma registro con soddisfazione il grande apprezzamento dei vertici del Pd per l’ex sindaco Franco Ceccuzzi. Sa chi mi presentò Mussari, tredici anni fa, dicendo che sarebbe stato un ottimo presidente della Fondazione? Proprio Ceccuzzi. Avevano le stesse idee su come il Monte avrebbe dovuto muoversi fuori dalle mura di Siena».

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