Bcc, presidente e tre consiglieri hanno rassegnato le dimissioni

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Dimissioni annunciate: il presidente del cda della Banca di Credito cooperativo Agrobresciano di Ghedi Carlo Ruggeri, il vicepresidente Floriano Zappettini, i consiglieri Luciano Margotti e Antonio Pea e il presidente del collegio dei sindaci Tullio Paderno hanno rassegnato ieri mattina le dimissioni per proseguire il rinnovamento già avviato con l’assemblea di maggio che aveva portato in consiglio 6 nuovi consiglieri su 13 e nel collegio sindacale due nuovi sindaci su tre. I NOVE rimasti in carica possono garantire l’attività di governo. Entro fine mese designeranno il consigliere con le funzioni di presidente come previsto dallo statuto e individueranno i soci da cooptare in consiglio così da ridefinire il quadro operativo. Nei prossimi mesi verrà convocata l’assemblea dei soci per ratificare la scelta. Si conclude così il rinnovamento auspicato dalla Banca d’Italia in seguito alla perdita di 23 milioni e mezzo registrata dal bilancio 2012. Un cambiamento già significativamente avviato nell’assemblea di maggio. Ma alla banca centrale evidentemente non è bastato dato che nel verbale pervenuto a luglio all’istituto ghedese si caldeggiava di proseguire sulla via del rinnovamento e del rilancio. Proprio per assecondare l’invito e favorire questa sterzata, i consiglieri che da più tempo sedevano nel cda – Ruggeri, Zappettini, Margotti e Paderno dal 1998, Pea da due mandati – hanno deciso di non ostacolare in alcun modo il cammino intrapreso. Sono invece rimasti Daniela Arrigoni, Osvaldo Scalvenzi e Gianfausto Guerrini che hanno svolto un solo mandato e appena iniziato il secondo. Con loro amministrano la banca anche Silvano Godenzi, Paolo Parolini, Angeluccio Prestini, Camillo Rossini, Flavio Luigi Taino e Pier Maria Tiraboschi. I 9 consiglieri in carica al termine dell’adunanza hanno «calorosamente ringraziato i dimissionari per l’impegno profuso nei tanti anni trascorsi al servizio della Banca». RIMANE ad assicurare soci e risparmiatori un patrimonio solido, più del doppio di quello richiesto dalla Banca d’Italia. «Gli indicatori patrimoniale e di rischio sono di tutta tranquillità» spiega il direttore generale Giuliano Pellegrini. Del resto anche l’ispezione della Banca d’Italia «non ha fatto emergere risultanze diverse da quelle dichiarate in bilancio. Il che conferma che l’amministrazione ha operato con la massima trasparenza e un rigore forse persino eccessivo». Tanto più che il semestrale, non ancora concluso perché i dati si avranno entro il 25 settembre, fa registrare un bilancio che si aggira su un sostanziale pareggio, anche se l’aspetto fiscale potrebbe incidere sui conti finali. Del tutto infondate e «incompetenti» infine le voci che parlano di azzeramento del capitale poiché, come si è detto, il patrimonio è solido. Al massimo la Banca d’Italia potrebbe chiedere di aumentarlo per innalzare la cautela nelle attività di rischio e per la tutela del risparmiatore. Ma al momento non si può dire niente in merito. La Banca di credito cooperativo Agrobresciano ha una storia ultrasecolare, è nata infatti nel febbraio 1897; dopo la fusione con alcune consorelle limitrofe nel 1995 ha assunto la denominazione attuale. Oggi conta circa 5 mila soci, distribuiti in 25 filiali che coprono la provincia di Brescia e Mantova, di cui si occupano oltre duecento dipendenti.

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