Bcc pronte alla riforma
Nessuno tocca le Bcc (ci ha già pensato Visco)

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«Siamo consapevoli che per reggere al meglio su un mercato sempre più complesso le Bcc debbano mantenere la propria identità, perchè di fatto probabilmente resteranno l’unica componente cooperativa mutualistica nel sistema bancario italiano e, nello stesso tempo, debbano sviluppare un processo accelerato di autoriforma, che potrebbe o meno venire inserito in un ambito legislativo che non è questo, ma che potrebbe essere prossimo».

Così il presidente della Federcasse, Alessandro Azzi, ha risposto ieri, durante l’audizione sul Dl banche nelle commissioni Finanze e Attività produttive della Camera, alle recenti sollecitazioni dei vertici della Banca d’Italia in tema di integrazione delle banche di credito cooperativo, dopo il via libera alla riforma della banche popolari. Una riforma che, nel frattempo, ha ottenuto anche l’apprezzamento di Standard &Poor’s: secondo l’agenzia di rating americana, infatti, il decreto potrebbe migliorare gli standard della governance degli istituti oggetto della trasformazione in Spa. Azzi ha poi chiarito che il progetto Federcasse sarà messo a punto in tempi rapidi e discusso con Banca d’Italia, per poi essere sottoposto a governo e Parlamento. I deputati hanno ascoltato ieri anche anche il vicedirettore generale dell’Abi, Gianfranco Torriero, secondo il quale in generale il provvedimento sulle banche «si inserisce in un quadro economico in ripresa e può per molti aspetti contribuire ad un rafforzamento, che troverà importanti sostegni nell’indebolimento dell’euro, nella riduzione molto significativa del prezzo del petrolio e in una politica monetaria che con l’annuncio del Qe ha fortemente incrementato il suo grado di non convenzionalità». L’Abi , tuttavia, segnala anche che «alcune misure specifiche del decreto- legge richiedono una attenta valutazione e una più chiara specificazione in presenza di una già emanata normativa europea». In particolare, secondo Torriero «sarebbe quanto mai opportuno procedere con speditezza al recepimento organico dell’intera Direttiva Ue» sui conti di pagamento «senza quindi introdurre norme nazionali ad hoc, per assicurare che l’obiettivo del trasferimento dei servizi bancari sia realizzato in modo omogeneo in tutti i Paesi Ue». In pratica, ha spiegato «se almeno il capo tre della normativa comunitaria fosse recepito subito, avremmo indicazioni più precise».Del resto, ha osservato, perché le banche possano esercitare «il loro ruolo a supporto dell’economia reale” occorre «certezza e stabilità delle regole». Il dirigente dell’associazione dei banchieri è poi tornato ad affermare che «c’è la necessità e urgenza di avere normative bancarie identiche in tutti i Paesi soggetti alla vigilanza unica».
Una normativa omogenea, ha dichiarato «è indispensabile per avere piena e identica certezza del diritto su materie complesse che riguardano anche i rapporti con le imprese e le famiglie». Con riferimento alla disposizione che prevede la possibilità per la Sace di erogare credito, Torriero ha precisato che «l’Abi è da sempre a favore di un mercato bancario concorrenziale, ricco della presenza di tanti e diversificati protagonisti e perciò non può che essere a favore, in linea di principio, all’ingresso di nuovi attori nel mercato del credito, ma necessario che tali nuovi soggetti siano sottoposti alle medesime regole e obblighi di vigilanza previsti per le banche, al fine di non creare distorsioni concorrenziali».
Anche il presidente della Cassa Depositi e prestiti, Franco Bassanini, ha spiegato che sulla trasformazione di Sace anche in banca «bisogna valutare bene alcune possibili criticità: se sia compatibile con l’attuale normativa Ue sugli aiuti di Stato la compresenza dentro lo stesso soggetto dell’attività di garanzia all’export con la controgaranzia dello Stato e attività di credito, e il problema delle regole della concorrenza».
«All’interno del gruppo Cdp – ha osservato anche l’ad della Cassa,Giovanni Gorno Tempini – ci sono importanti competenze, e all’interno del gruppo si può trovare una soluzione. Noi abbiamo sviluppato le nostre competenze sul credito, insieme a Sace si può fare un servizio ancora migliore a supporto export, con un veicolo dedicato o una migliore allocazione competenze all’interno del gruppo».

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